Come fare visualizzazioni di un sito in piu’ nazioni

Per un’azienda, sia essa una PMI o di grandi dimensioni, l’internazionalizzazione è una delle strade maestre da percorrere quando si vogliono trovare nuovi clienti ed espandere le proprie attività. E un sito web multilingua è, spesso e volentieri, il modo più semplice per iniziare il proprio percorso verso i mercati esteri.Se ben strutturato, infatti, rappresenta un ottimo biglietto da visita per farvi conoscere al di fuori dei confini italiani. Grazie al sito multilingua, infatti, potrete descrivere le vostre attività, mostrare ciò che fate e fornire tutte le informazioni di cui i potenziali clienti potranno avere bisogno per contattarvi.Partiamo dalla base e cerchiamo di dare una definizione di sito multilingua. Come si legge nelle linee guida di Google, un sito multilingua è “un sito che offre i contenuti in più lingue”. Si tratta, dello stesso sito “riconducibile” a un unico indirizzo web, ma disponibile in due o più lingue. Si prenda il caso di un’azienda ortofrutticola italiana che esporta nel Regno Unito, con sito sia in italiano sia in inglese; o, ancora, un’agenzia di export con una versione del sito per ogni lingua dei Paesi in cui è attiva a dispetto di quanto si possa pensare, creare e gestire un sito multilingua non è affatto semplice. Non si tratta semplicemente di tradurre tutti i contenuti già presenti nella nuova lingua e “affiancare” questa versione a quella originale. Così facendo, infatti, si rischia di “confondere” le idee dei motori di ricerca, vanificando il lavoro fatto anche nella versione originale.In questo caso, è fondamentale la progettazione. Come già detto, un sito multilingua non è la “semplice” traduzione da una lingua all’altra. Ovviamente, ci sarà bisogno anche di un’opera di traduzione ma, e la cosa non dovrà sorprendervi, si tratta solamente dell’ultimo passaggio di un processo più lungo. Prima di tutto, dovranno essere messe in cantiere alcune operazioni tecniche propedeutiche alla creazione del sito nella seconda o terza lingua.Ad esempio, ci sarà da decidere se creare un sottodominio del principale o un dominio di terzo livello; impostare la struttura delle URL (che dovranno essere differenti da quelle della versione “originale”); individuare le CDN per minimizzare la “distanza” tra utente che accede al sito e la posizione dei server e così via.Solo a questo punto si potranno tradurre i contenuti, facendo attenzione sia alla correttezza grammaticale sia ad adottare una strategia SEO adeguata che consenta il corretto posizionamento della nuova versione del sito.