Francia, ancora scioperi. Quanto durerà?

Oggi, è il tredicesimo giorno di sciopero a Parigi contro la nuova riforma sulle pensioni del presidente francese Macron.

Si contano ben 300km di code intorno Parigi.

Causati rallentamenti e code, su tangenziali, strade che portano all’aeroporto.

E’ in corso un altra manifestazione per i cittadini parigini, si parla dai 300 ai 600 ‘disturbatori’.

Così li definisce la stampa parigina, si teme anche la presenza dei Gilet gialli, e radicali  di estrema sinistra.

Il corteo manifestante, è partito da  Place de la République, per arrivare a Place de la Nation.

Lo sciopero sta avendo un grande impatto anche a livello culturale, rimandati molti voli per Parigi, chiusi musei e la Tour Eiffell.. danneggiati anche gli spostamenti urbani con pullman, treni e metropolitane.

Al momento nessuna trattativa in vista, per i cittadini che bloccano la città dal 5 dicembre scorso.

La giornata di protesta arriva all’indomani delle dimissioni presentate ieri da Jean-Paul Delevoye, alto commissario del governo  francese per le pensioni e artefice della contestata riforma, che ha  dovuto lasciare per una vicenda di conflitto d’interessi.

Le manifestazioni maggiori sono in corso a Parigi, Lione, Rennes e Marsiglia, e per ora sono state svolte tutte in maniera pacifica.

Solo a Rennes ci sono stati scontri tra manifestanti e la polizia, solo per disperdere la folla, ma si contano zero feriti.

Stando alle ultime notizie, si contano meno manifestanti rispetto a giovedi scorso.

 

Nei prossimi giorni, il governo francese dovrebbe presentare la versione finale della riforma.

L’obbiettivo è riorganizzare il sistema pensionistico francese considerato inefficiente.

Attuare una riforma, però, comporta un taglio di agevolazioni per varie categorie di lavoratori, e aumentare la loro età pensionabile -fattore scatenante le manifestazioni- e cambiare il metodo con cui vengono calcolate le pensioni.

La Francia già in passato ha tentato di cambiare il sistema pensionistico, ma sempre senza successo.

Nel 1995 il ministro dell’epoca, tentò di di cambiare questo sistema, ma fu messo da parte dato che le manifestazioni andarono avanti per un mese bloccato l’intera capitale francese.