Salvini cavalca il referendum sul taglio dei parlamentari

Sfida a scacchi fra Matteo Salvini e il Senato. Il leader della Lega ha urgenza. Ha urgenza di accumulare un consenso attualmente presente, ma che in futuro potrebbe non esserlo più e di tornare al voto. Il mezzo attraverso il quale Salvini si prefigge di raggiungere questo scopo, è il referendum sull’abolizione del taglio dei parlamentari. La questione è sia tecnica che politica.

Secondo quanto affermato dal ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, la scelta del referendum era una delle prerogative del Senato, aggiungendo che nonostante questa scelta venga rispettata, il Paese rimarrà schierato dalla loro parte: Il Movimento e la maggioranza che ha votato il taglio.

Anche Giorgia Meloni si dice concorde sulla scelta del referendum come scelta, aggiungendo che Salvini sia stato molto più sfuggente.

Da un lato Salvini non può denigrare un provvedimento portato avanti dal suo governo, mentre dall’altra parte è conscio che l’immediata entrata in vigore di quest’ultimo è l’ausilio maggiore per andare a votare il più presto possibile. Il provvedimento risulterebbe di facile attuazione: attraverso il taglio i deputati diventerebbero 400 e i senatori 200. Nessuno sarebbe più al sicuro nell’essere rieletto, nemmeno chi sostiene o prevede un aumento elettorale del proprio partito.