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È ancora oggetto di discussioni e dibattiti la bozza del disegno di legge sulla riforma del processo penale che avrebbe come obiettivo quello di ovviare ai disappunti nella maggioranza riguardante l’abolizione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, giunta da poco ai responsabili Giustizia dei partiti.

Tuttavia, la riunione indetta in serata alle 17 a Palazzo Chigi dal premier Giuseppe Conte per deliberare il via libera al testo da presentare al Consiglio dei Ministri, risulterebbe piena di ostacoli: Infatti, la soluzione individuata dal Ministero della Giustizia per attuare il cosiddetto “lodo Conte” sta provocando non pochi dubbi nelle forze sostenenti il governo.

La causa di tale malumore risiederebbe nel blocco della prescrizione, divenuto ufficiale, il quale verrà applicato esclusivamente in caso di condanna mentre per le assoluzioni ci sarà una sospensione non superiore ai due anni, scaduto il termine inizierà nuovamente il decorso.

Questa distinzione fra assolti e condannati è stata giudicata come incostituzionale dai renziani di Italia Viva. Affermazione che tuttavia proveniva anche da Pd e Leu che richiedevano un intervento che permettesse un lasso di tempo certo nelle successive fasi di giudizio per i condannati in primo grado,