Il ricordo della Shoah.

Il 27 gennaio di 75 anni fa, si aprirono le porte dei cancelli di Auschwitz, il campo di concentramento che simboleggia i crimini nazisti di Adolf Hitler.

Crimi nazisti, che costarono la vita a sei milioni di ebrei.

Oggi, si è tenuto il memoriale e tra gli ospiti annunciati vi erano il presidente israeliano Rivlin, presidente tedesco Steinmeier, il re spagnolo Filippo VI e il re dei paesi bassi Alexander, per l’Italia la viceministra degli esteri Marina Sereni.

La Shoah va ricordata, sempre. Tante sono le testimonianze dei superstiti.

Testimonianze di orrore, di persone terrorizzate, persone maltrattate solo per essere nati ebrei.

Essere di una religione diversa dagli altri non è una colpa, non è un motivo per studiare un piano a tavolino per effettuare un vero e proprio sterminio di una razza.

Le razze non esistono.

Goti Bauer aveva 14 anni quando nel cammino verso la Svizzera con la famiglia, venna venduta ai fascisti e ai nazisti, e nel maggio 1944 iniziò il suo viaggio verso Auschwitz.

Nel lager di Goti, consolava le compagne e sosteneva di non arrendersi, che solo non mollando c’è l’avrebbero fatta.

Infatti è così, Goti c’è l’ha fatta, e si è sposata subito dopo aver ottenuto la libertà.

Goti ha raccontato la sua esperienza nei lager e nei campi di sterminio.

Gente di ogni età che entrava in quei campi in continuazione, gente che non ha più rivisto, e di cui non conosceva nemmeno i nomi propri.

”Venivamo marchiati con un tatuaggio, i nomi non esistevano più”. Dice la superstite.

Come si può togliere un nome ad una persona, e chiamarla con un semplice numero?Avere un nome, è un diritto.

Nessuno può sentirsi in dovere di calpestare la dignità altrui.

Per questo la Shoah va ricordata, va ricordata sempre e facendo in modo che gesti del genere in futuro non vengano mai più ripetuti.

Perchè ognuno è e dev’essere libero di professare qualsiasi tipo di religione egli voglia.

Perchè ognuno è padrone della propria vita, e della propria dignità.

Troppe persone hanno perso la vita i quei campi, brava gente, gente innocente che non aveva colpe.

Noi continueremo a ricordalo, con la speranza che non accada mai più.