Pensioni, no dei sindacati a nuovo anticipo

Nonostante si cerchi di raggiungere un’intesa sul tema delle pensioni, i rapporti fra i sindacati e il governo continuano ad essere molto tesi. Infatti, i vertici di Cgil, Cisl e Uil sono contrari a qualsiasi idea di ricalcolo contributivo come prezzo da pagare per poter abbandonare il lavoro prematuramente: dunque l’assegno percepito dai futuri pensionati si dimezzerebbe del 30-32% secondo quanto riportato dalle simulazioni dei tecnici della confederazione coordinata da Maurizio Landini.

D’altro canto, il governo non sembrerebbe essere intenzionato ad estendere i cordoni della borsa per agevolare i meccanismi di uscita che inizino dai 62 anni.

La situazione non sembrerebbe neppure prendere una piega positiva con il primo summit di maggioranza su welfare e lavoro, tenutosi fino a tarda serata a Palazzo Chigi, diretto dal premier Giuseppe Conte. Tra i vari temi trattati, si è parlato anche della questione delle pensioni, sottolineando di come sia oggettivamente difficile finanziare una nuova formula di flessibilità che possa sostituire Quota 100, a causa della mancanza di sufficienti risorse. Ciò tuttavia è risultato sordo alle orecchie dei sindacati, i quali non sono propensi ad accettare compromessi, in particolar modo sulla proposta Quota 102, che prevede uscite a 64 anni e 38 anni di contributi.