Scorta per Lucia Azzolina (ministro dell’Istruzione) a causa di ripetute minacce

Da circa 3 giorni Lucia Azzolina, attuale ministro dell’Istruzione, è sotto scorta, dopo essere stata tra le poche figure istituzionali che non aveva ancora usufruito di questo tipo di protezione, ma i recenti avvenimenti hanno cambiato le cose.

Minacce e insulti, anche via social

Diversi esponenti politici attuali, tra i quali proprio la Azzolina, sono stati bersaglio in maniera ripetuta anche via social di insulti (anche di stampo sessista, nei confronti del ministro dell’Istruzione), minacce e in generale parole non propriamente cortesi.
Il primo in ordine di tempo ad essere stato messo sotto scorta è stato il vice ministro della salute Pierpaolo Sileri, esponente del M5S, poi la Azzolina e anche il governatore della Lombardia, Attilio Fontana che attraverso twitter ha specificato che la decisione non è stata presa di sua volontà (“I quotidiani oggi scrivono che mi è stata assegnata la scorta. Confermo la notizia e sottolineo che non si tratta di una richiesta, ma di una decisione presa dalle autorità competenti“).

Le reazioni dal governo

Decisamente contrariato l’ex capo del Movimento 5 Stelle, attuale ministro degli esteri Luigi Di Maio (“Bisogna abbassare i toni e la politica, per prima, deve dare il buon esempio. Ognuno è giusto che esprima le proprie idee, il confronto è sempre sano e democratico, ma trovo inqualificabili gli insulti sessisti che sono stati rivolti nelle ultime settimane alla ministra Azzolina“) e dello stesso avviso anche il ministro dell’ambiente Costa (“Sappiamo purtroppo che dalla violenza verbale a quella fisica il passo è breve; dispiace profondamente e preoccupa che sulla scuola, come sulla salute e su altri temi altamente sensibili e fondamentali per la ripartenza del nostro Paese, si sia venuto a creare questo clima di odio e minacce“), mentre il ministro della giustizia Bonafede è ancora più duro (“Le intimidazioni e le minacce alla ministra dell’Istruzione e al viceministro della Salute  sono da condannare con totale fermezza“)