Scuola, Azzolina conferma la ripartenza a settembre, per i sindacati non ci sono le condizoni

Contrasti tra il governo, nella forma di Lucia Azzolina, ministro dell’Istruzione, e i sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda sulla riapertura delle scuole, tanto che secondo questi ultimi non vi sarebbero le condizioni adatte per garantire una riapertura degli istituti scolastici.

Scontro aperto

La ministra decide di pronuncarsi sull’argomento, confermando la riapertura delle scuole per il prossimo 14 settembre, escludendo nuovi lockdown e ribadendo la frustrazione di venire attaccata in maniera costante tanto che ha promesso che spiegherà il tutto in maniera dettagliata in televisione. I sindacati d’altronde sono convinti che per quella data non sarà possibile ripartire, visti i forti ritardi nella messa in sicurezza degli istituti: bocciata anche anche la task force, ideata dalla ministra è stata definita inutile, così come non sufficienti i fondi promessi, sia per quanto riguarda nuovi spazi scolastici sia per modernizzare e rendere le scuole maggiormente connesse.

Le richieste dei sindacati

Nel corso della conferenza stampa “La scuola si fa a scuola”, organizzata dai sopracitati sindacati. Francesco Sinopoli, Flc Cgil Scuola ha così sentenziato: “Oggi le condizioni per cui le scuole riaprano in presenza non ci sono: inutile continuare a raccontare che le cose vanno bene, bisognerebbe essere onesti. A causa del ritardo con cui il confronto è iniziato e la scarsità delle risorse la situazione delle scuole è drammatica. I dirigenti scolastici sono a caccia di spazi; serve un organico straordinario che al momento non c’è. La preoccupazione che sta nascendo è che siccome il tempo scuola si ridurrà si tornerà alla didattica a distanza“.
Secondo i calcoli, i fondi offerti dal governo dovrebbero portare all’assunzione di 56mila docenti e 16mila Ata per 10 mesi, non abbastanza per garantire un ritorno tra i banchi, ecco perchè, sempre per bocca di Sinopoli, che ha confermato la mancanza di un piano B da parte del governo, e che molti si stiano adattando con la didattica a distanza per colmare parzialmente le lacune.