Carabinieri Piacenza: gli interrogatori di Montella, Cappellano e Falanga ed il ruolo di Bezzeccheri

Ha ovviamente fatto molto scalpore quanto accaduto a Piacenza, dove è emerso un intero sistema criminale creato e portato avanti su vari fronti da un’intera caserma, nella fattispecie la stazione Levante, colpevoli di una serie di reati correlati alla violenza, alla tortura e allo spaccio di sostanze stupefacenti, che hanno portato addirittura al sequestro della caserma stessa, evento mai verificatosi prima d’ora nella storia della Repubblica Italiana.

Interrogatori

Presso il carcere Le Novate di Piacenza sono andati avanti gli interrogatori ai militari ritenuti maggiormente responsabili dei reati, in primis Giuseppe Montella che è stato identificato come il leader del gruppo, che secondo i gip era convinto di poter mantenere “qualunque tipo di comportamento, vivendo al di sopra della legge e di ogni regola di convivenza civile” anche se secondo il suo legale sarebbe molto provato dopo i primi interrogatori e molto probabilmente risponderà ad ogni domanda che i giudici presenteranno. Si è avvalso della facoltà di non rispondere Salvatore Cappellano, definito l’uomo più violento del gruppo dal giudice, mentre di diverso avviso è Giacomo Falanga, carabiniere che appare nelle foto con Montella assieme agli spacciatori, che attraverso il proprio legale, ha rigettato le accuse, ribadendo che ha solo partecipato agli arresti senza essere a conoscenza dei retroscena, come le violenze dimostrate dalle foto. I tre ricompensavano gli spacciatori che facevano da “informatori” con della droga tenuta in caserma in un contenitore denominato “scatola della terapia”. Tra ieri ed oggi sono stati ascoltati gli altri 3 carabinieri dal gip che hanno risposto a tutte le domande.

Il ruolo di Stefano Bezzeccheri

Molto stretto il legame tra Montella e l’oramai l’ex comandante della compagnia carabinieri di Piacenza, Stefano Bezzeccheri, che attraverso diverse registrazioni, mettono in evidenza un rapporto confidenziale con i militari della caserma: Bezzeccheri secondo le indagini forzava i carabinieri indagati a compiere quanti più arresti possibili, anche illeciti per poi ottenere più guadagni possibili nonchè prestigio personale.