Perchè l’Atalanta viene chiamata Dea?

Dopo l’eliminazione di Juventus e Napoli dalla Champions League per man di Lione e Barcellona, c’è solo l’Atalanta a rappresentare l’Italia nella massima competizione europea. Gli orobici disputeranno infatti i quarti di finale contro il Paris Saint Germain, in una sfida molto difficile ma affascinante.

Biennio d’oro

I ragazzi allenati da Gian Piero Gasperini da alcuni anni sono in crescita continua e non smetton di stupire tifosi, appassionati e addetti ai lavori, visto che dopo la storica prima qualificazione in Champions League lo scorso anno, nella stagione appena trascorsa è stata la vera sorpresa in Serie A, terminando 3° in classifica e dopo aver insidiato anche posizioni più elevate, il tutto valorizzando al massimo la rosa e mostrando un gioco vivace, propositivo e sopratutto remunerativo, con oltre 100 goal segnati in tutte le competizioni.
Anche da “outsider” in Champions l’Atalanta ha guadagnato l’accesso alle fasi finali grazie ad una seconda parte ad alti livelli, superando il Valencia nel doppio confronto.

Le ragioni della nomenclatura

Si parla continuamente di ogni aspetto della squadra bergamasca, ma che origini ha la nomenclatura associata alla Dea? Bisogna tornare indietro nel tempo di oltre un secolo fino al 1907, anno della crazione dell’Atalanta Bergamasca Calcio, fondata da cinque studenti locali col nome di Società Bergamasca di Ginnastica e Sports Atletici Atalanta da una costola della compagine “Giovane Orobia” che sebbene 6 anni prima, viene riconosciuta dalla FIGC solo nel 1914. Grandi appassionati di mitologia greca, gli studenti decidono di dare alla neonata società il nome di Atalanta, figura per l’appunto della mitologia greca, figlia di Iaso e Climene, non ben voluta dal padre che avrebbe desiderato un figlio maschio per insegnarle le arti della caccia, e così viene infatti cresciuta dove diventa una provetta cacciatrice nonchè un talento ineguagliabile nella corsa: l’associazione non fu scelta a caso, visto che le intenzioni erano proprio quelle di rappresentare una compagine calcistica forte, veloce e “ribelle”. Qualcosa che i tifosi dell’Atalanta hanno riscoperto nei calciatori che attualmente vestono la maglia orobica.