PSG: ecco cosa lo ha salvato dal Fair Play Finanziario

PSG – Ecco cosa lo ha salvato dal Fair Play Finanziario: il Paris Saint-Germain, squadra che affronterà stasera l’Atalanta nei Quarti di finale in gara unica e in campo neutro in Champions League, è stato a lungo tempo sotto la lente d’ingrandimento degli ispettori UEFA che verificano il rispetto del Fair Play Finanziario. Alla fine delle indagini, però, il Manchester City ha subito pesanti sanzioni – per le quali ha rischiato anche l’esclusione dalle competizioni UEFA – mentre il PSG si è salvato. Ecco cosa ha consentito al PSG di evitare le sanzioni UEFA per il mancato rispetto del Fair Play Finanziario.

PSG Ecco cosa lo ha salvato dal Fair Play Finanziario

Ufficialmente il PSG è stato salvato da un vizio di forma nella procedura di revisione dei bilanci. Un cavillo legale, costituito dalla presentazione oltre i termini di regolamento della revisione finanziaria da parte della Camera giudicante. Un particolare che ha dato spazio a molte polemiche, evidenziate sopratutto dal New York Times. In una propria inchiesta, il quotidiano statunitense non nasconde la sensazione che il PSG sia stato “favorito” rispetto al Manchester City, sanzionato con 30 milioni di Euro di multa e due anni di esclusione dalle competizioni UEFA. L’esclusione è poi stata annullata dal TAS lo scorso luglio: anche questa decisione è stata accolta tra le polemiche di altri club, allenatori e dirigenti di tutta Europa.

Il nodo della questione è sempre legata ai contratti di sponsorizzazione. Il TAS ha sentenziato che il City non li ha “nascosti” così come pronunciava la prima sentenza. Anche il PSG “rientra” nei parametri principalmente grazie agli sponsor: la NIKE ha versato 90 milioni di Euro per la sponsorizzazione della maglia, mentre il gruppo Emirates – direttamente collegato alla proprietà qatariota – ha lasciato il posto solo lo scorso anno alla AccorHotels, principale catena alberghiera francese, come main sponsor, dopo 12 anni di ingenti investimenti. Una decisione probabilmente legata anche alla volontà di non finire di nuovo sotto i riflettori del Fair Play Finanziario.

Così, nonostante gli ingaggi nel corso degli anni di campioni come Neymar, Mbappé, Di Maria, Cavani e, per ultimo, Icardi, la società transalpina è uscita “pulita” da un quinquennio di indagini sui propri bilanci. I documenti svelati da Football Leaks e dal quotidiano tedesco Der Spiegel, però, evidenziano forti pressioni da parte dei vertici societari del PSG e del Qatar nei confronti di Gianni Infantino e della UEFA. I negoziati tra club e Federazione hanno evidenziato le pressioni esercitate da Abu Dhabi e dal Qatar sul massimo organismo calcistico europeo.

Infantino avrebbe più volte incontrato le due società (PSG e City, ndr) per colloqui segreti, fornendo persino materiale riservato, proponendo compromessi per i quali non era autorizzato, tradendo in pratica la stessa UEFA. Infantino, presidente della UEFA all’epoca, avrebbe cercato di boicottare il Club Financial Control Body (CFCB), il pannello responsabile del monitoraggio del rispetto delle regole del Fair Play Finanziario e della proposta di sanzioni da imporre ai potenziali trasgressori. Il contratto del PSG da 215 milioni di euro con la Qatar Tourism Authority avrebbe dovuto avere in realtà un valore massimo di 3 milioni di euro secondo quanto stabilito cinque revisori indipendenti. Nonostante quest’evidenza la UEFA non sanzionò mai il club parigino. In totale, il Qatar avrebbe iniettato 1,8 miliardi di euro nelle casse del Psg in maniera non consentita.