Coronavirus, il governo ha deciso: stop alle discoteche e mascherine obbligatorie la sera

La “stretta” su discoteche e luoghi della movida alla fine è arrivata, in modo piuttosto prevedibile vista la rapida risalita dei contagi di coronavirus, in Italia ma anche nel resto d’Europa e del Mondo.

Esito della riunione

Come anticipato, il vertice con i governatori delle regioni il Ministro della Salute Speranza e quello degli affari Regionali Boccia hanno incontrato tramite videoconferenza ha portato alla decisione di chiudere tutte le discoteche e l’obbligo di mascherine e l’obbligo di mascherine in qualsiasi luogo possano crearsi assembramenti a partire dalle 18 fino alle 6 di mattino.
L’ordinanza recita testualmente: “Sono sospese, all’aperto o al chiuso, le attività del ballo che abbiano luogo in discoteche, sale da ballo e locali assimilati destinati all’intrattenimento o che si svolgono in lidi, stabilimenti balneari, spiagge attrezzate, spiagge libere, spazi comuni delle strutture ricettive o in altri luoghi aperti al pubblico“.
Il tutto sarà effettivo a partire a domani fino al 7 settembre.

Contributi per gli operatori

Alla riunione era presente anche il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli
Per gli operatori del settore saranno riconosciuti contributi economici, già previsti nel “decreto agosto” per coprire le entrate mancanti del finale di stagione. Si parte da una base di 100 milioni, ed il commento del ministro è stato: “Il danno atteso dalla chiusura delle discoteche è grosso ma non vedo alternative, serve maggiore attenzione per evitare di tornare ai dati di marzo.  Faremo il possibile per dare un sostegno economico alle attività che avranno delle perdite, trovando delle poste di ristoro specifiche anche nel dl agosto”.
L’intenzione è anche quella di tracciare i cittadini che rientrano in Italia dopo essere stati all’estero, che in alcune zone del paese hanno già contribuito a far risalire i contagi.
Le regioni non potranno derogare dalle direttive del governo, e nonostante le difficoltà si è arrivati ad un accordo nonostante le resistenze di Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia e Puglia.