Firenze, si suicida un ristoratore a causa della crisi dovuta al Covid-19

Triste epilogo per un 44enne di Firenze, che ha deciso di togliersi la vita lo scorso sabato proprio nel suo locale, dopo che poco prima dell’inizio della pandemia nel nostro paese aveva deciso di allargare la propria impresa di ristorazione acquistando nuovi locali nella zona di piazza Santa Croce, nel capoluogo toscano.

La preoccupazione

Il corpo dell’uomo è stato ritrovato ore dopo dai propri dipendenti, e nonostante non abbia lasciato biglietti o altri messaggi, i colleghi e amici erano ben consapevoli delle difficoltà che il coronavirus ha creato all’uomo così come tutta la categoria di ristoratori, particolarmente colpita da lockdown e tutte le restrizioni dovute alle norme di sicurezza che abbiamo imparato a conoscere. Il non riuscire a mettere a posto i conti avrebbe portato l’imprenditore in una profonda crisi che lo avrebbe portato all’insano gesto.

Crisi condivisa

Tutta la categoria è stata messa duramente alla prova dalla mancanza di lavoro, requisito indispensabile per riuscire a mantenere gli alti costi in una zona d’Italia notoriamente tra le più trafficate e frequentate da turisti da ogni parte del mondo: non a caso lo scorso 21 aprile è nata una sorta di protesta collettiva simbolica, con una grande delegrazione di imprenditori locali che dopo aver riacceso le luci in città per 10 minuti, ha consegnato le chiavi delle attività al primo cittadino Nardella e all’assessore al Commercio Federico Gianassi.
La Toscana è stata tra le regioni che effettivamente ha subito di più gli effetti della mancanza di turisti, un problema che ha visto il governo adottare misure di assistenza che però non possono bastare per colmare il grande vuoto, riassunto con un Pil che a fine anno segnerà un – 9%, mentre i calcoli riportano la perdita di 100mila, di cui un terzo abbondante solo nel settore turistico e solo una minima parte può usufruire degli sconti sugli affitti.