Uno degli artisti più amati dal pubblico italiano è sicuramente l’attore, comico, showman e regista Enrico Brignano. Il suo scopo da sempre è quello di intrattenere e divertire le persone ai suoi show, che a volte arrivano a durare anche tre ore.
Dopo il lockdown a causa del Covid-19, Brignano torna in TV con un programma particolare chiamato Un’ora sola vi vorrei, il quale andrà in onda da domani 15 Settembre sul palinsesto Rai Due. Saranno diverse serate e il tema lo ritroviamo proprio nel titolo, ma sentiamo le sue parole.
Enrico Brignano torna in Tv
È tutto pronto per il suo ritorno in TV dopo mesi di fermo a causa della pandemia, l’appuntamento è domani 15 Settembre e lo seguiremo per cinque prime serate. Il protagonista del programma è il tempo che scorre e le riflessioni verso quelle che sono le nostre ossessioni collegate ad esso, ma questo è uno spunto anche per modificare il proprio stile di vita ed Enrico lo sa bene.
Intervistato dal settimanale Voi racconta come affronterà questa nuova esperienza e come per lui, oramai gli anni che passano non sono più un problema decidendo di concentrarsi sul presente. Confessa di essere un po’ preoccupato di tornare in tv con uno show dopo essere stato mesi bloccato, ma questo sicuramente lo spingerà a fare solo di meglio:” Un po’ di paura, guai se non ci fosse, con la curiosità di vedere come me la caverò e la voglia di tornare sul palco che non calco più, causa pandemia, dallo scorso marzo”.
Tra lo scorrere del tempo ai ricordi indelebili
Ora che animerà uno show dedicato a questa dimensione intoccabile, la riflessione viene da sé e ormai Brignano lo sa che opporsi non avrebbe senso:” Un po’ di rassegnazione, tanto, anche se ti opponi, la carta d’identità e qualche capello grigio non cambiano. […] voglio godermi i momenti lavorativi e non, imparare a tare nel “qui e ora” invece di fremere d’impazienza ed essere proiettato nel domani, cosa che mi è capitata spesso nella vita”.
Sicuramente nella sua carriera c’è qualcosa che ha lasciato un segno indelebile dentro di lui, racconta infatti di esperienze che gli hanno dato più soddisfazione:” Di sicuro la tournée europea mi ha riempirò il cuore: vedere quanti connazionali avessero voglia di ridere “in italiano”, sentissero la mancanza della propria patria […]. Aggiungo un’altra prova che, al tempo stesso, mi spaventava e stimolava: andare a New York con Rugantino seguendo le orme di Manfredi 50 anni dopo”.
