Rapporto tra diabete e olio: tutto quello che devi assolutamente sapere

Con il termine olio (dal latino olĕum, dal greco ἔλαιον, élaion) si indicano liquidi organici altamente viscosi, lipofili (cioè miscibili con altri oli) e idrofobici (cioè immiscibili con l’acqua).

In origine il termine si riferiva solo all’olio d’oliva ottenuto dalla spremitura del frutto dell’olivo. Il nome è stato successivamente esteso a tutti i lipidi liquidi a temperatura ambiente, ed anche ad altri liquidi con proprietà simili ma di diversa composizione (es. olio minerale).

Sono utilizzati nelle applicazioni alimentari, come combustibili, lubrificanti e nella produzione di vernici, plastica e altri materiali. Sono usati anche nelle cerimonie religiose come strumento di purificazione.

Dieta e stile di vita sono fondamentali per prevenire e gestire il diabete. In questo senso, i benefici di una dieta sana ed equilibrata sono stati ampiamente documentati. In particolare, la nostra dieta mediterranea è la più salutare per il nostro organismo. Uno dei protagonisti fondamentali della nostra tavola è l’olio d’oliva, che può apportare tanti benefici. L’olivo è una delle basi agricole dei paesi mediterranei ed è di grande importanza economica e sociale. L’olio d’oliva deriva dal suo frutto (in realtà olive) e può essere suddiviso in diverse tipologie in base alla loro qualità.

Il più pregiato è il cosiddetto olio extravergine di oliva, che fa senza dubbio bene al mantenimento della salute. Esistono studi che dimostrano i benefici di queste malattie per malattie come il cancro, in particolare per le malattie dei polmoni e dello stomaco (che comprende anche il colon, l’endometrio e le ovaie).

L’olio d’oliva ha un efficace effetto antidiabetico. Infatti, l’assunzione di olio extra vergine di oliva era associata ad un aumento dell’insulina nel sangue.
I risultati di questo studio mostrano che l’olio può abbassare la glicemia mentre aumenta l’insulina, portando nuove prospettive sul suo utilizzo per le persone con diabete. I profili di glucosio e lipidi sono stati analizzati in 25 soggetti nello studio. Allo stesso tempo, è stato confrontato con soggetti a cui non è stato somministrato l’olio d’oliva.

I risultati dello studio hanno mostrato che 2 ore dopo i pasti , i soggetti che assumevano olio d’oliva presentavano livelli di zucchero nel sangue significativamente più bassi (20 mg% in media) e livelli di insulina più elevati. Pertanto, con molta sicurezza affermiamo che l’uso quotidiano di olio d’oliva extravergine aiuta ad abbassare la glicemia e il colesterolo postprandiale.

In effetti, ricerche recenti suggeriscono che i picchi di zucchero nel sangue e colesterolo postprandiali possono essere dannosi per i pazienti a rischio di complicanze da aterosclerosi. Pertanto, ridurre il grado di aterosclerosi potrebbe essere utile per il trattamento dell’aterosclerosi e delle sue complicanze, come infarto e ictus, come afferma La Sapienza, Università di Roma.

Così è stato dato il via libera all’utilizzo dell’olio extravergine di oliva, importante retaggio di salute e gusto.