Le ortensie fanno parte della famiglia delle Hydrangeacee, che comprende circa 80 specie tra arbustive e rampicanti. Questa pianta è originaria della Cina ma ormai è diffusa in tutto il mondo.
Possiamo trovare varietà cespugliose, rampicanti, nane, ma anche varietà coltivate per il legno, i fiori, i frutti o l’olio essenziale.
Tra le specie più diffuse troviamo la Hydrangea macrophylla che ha grandi infiorescenze globose di colore bianco, rosa o azzurro. Il colore però può essere cambiato in base al pH del terreno, che più è acido più il fiore è scuro e di colore blu, mentre se il terreno è basico, tenderanno al bianco.
Queste piante possono essere coltivate sia in vaso, che in giardino ma in entrambi i casi devono essere potate regolarmente per non far espandere troppo la pianta e non riuscire a controllarla più. Inoltre, se non viene potata, con il tempo i fiori diventeranno sempre più piccoli.
Potatura delle ortensie: istruzioni complete su come fare
La potatura delle ortensie è molto importante e deve essere fatto nel modo giusto, dato che queste piante producono i fiori sui nuovi rami, quindi tagliando si stimola lo sviluppo di nuovi germogli.
Le potature vanno fatte ogni anno e si devono togliere tutte le parti eccessive e che non servono. Si comincia in autunno o verso la fine dell’inverno, quando la pianta è in riposo vegetativo. Si devono rimuovere i fiori appassiti e i rami rovinati. I rami devono essere accorciati un terzo della loro lunghezza. Non bisogna esagerare perché si potrebbe rovinare la pianta.
Per la potatura si devono usare degli strumenti affilati come forbici e cesoie. Prima di essere utilizzate devono essere disinfettate bene così da non rischiare di infettare le piante con qualche malattia.
I rami si devono fare obliqui, partendo con la parte più larga verso il basso in modo che l’acqua scorra verso il basso grazie alla forza di gravità.
Le piante che sono coltivate da più di 10 – 12 anni in piena terra possono essere molto sviluppate e prossime alla decadenza. La potatura serve per ringiovanirle e si deve togliere un terzo dei fusti vecchi. Favorisce anche l’illuminazione all’interno della pianta così da ridurre i rischi di attacchi di malattie crittogamiche.