Fegato e cuore: il caffè quando li danneggia? Ecco tutta la verità

Il caffè fa ormai parte delle nostre vite e soprattutto fa parte della routine alimentare giornaliera di quasi tutte le persone. La storia del caffè in Italia ha inizio in una data e un luogo preciso: nel 1570 a Venezia, quando il padovano Prospero Alpino ne portò alcuni sacchi dall’Oriente. All’inizio la bevanda veniva venduta in farmacia, ma il costo alto del prodotto ne faceva un interesse principalmente per i ceti più benestanti.

Fegato e cuore: il caffè quando li danneggia? Ecco tutta la verità

Adesso è diventata una bevanda più popolare e alla portata di tutti. Il caffè può portare tanti vantaggi, ma anche tanti svantaggi. La prima paura che si ha, è quella che può far male al cuore. Dalle analisi effettuate dei ricercatori australiani è emersa la conferma che la sovrabbondanza di caffeina, ovvero superiore al limite di 6 caffè al giorno, potrebbe aumentare fino al 22% il rischio di manifestazione dell’ipertensione, anticipatore delle malattie cardiache.

L’analisi ci ha portato ad una conclusione: per mantenere un cuore e una pressione sanguigna sani, le persone devono limitare questa bevanda a meno di sei tazze al giorno”, chiarisce l’autore dell’analisi, specificando che nei dati quel limite rappresenta il punto critico in cui la caffeina iniziava a condizionare negativamente il rischio cardiovascolare.

L’altro dubbio sul caffè è se possa far male al fegato. In passato bere caffè era considerata una cattiva abitudine, come quella di bere alcool o fumare. Nel 1991, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sulle fondamenta delle indagini e delle conoscenze scientifiche di allora, aveva inserito il caffè nell’elenco delle sostanze delimitate “possibilmente cancerogene per gli esseri umani”.

Nel 2016, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), ha decretato che non ci sono prove sufficienti per definire il caffè una sostanza “possibilmente cancerogena” per l’uomo. La relazione negativa tra il consumo di caffè e l’insorgenza di danni al fegato non è convalidata. Anzi possiamo anche dire, che la bevanda in questione, risulterebbe essere un ottimo protettore contro la cirrosi epatica.

Aggiungiamo anche che nel tempo si sono raccolte molteplici chiarezze scientifiche. Questo per dimostrare che questa bevanda non fa male. Ma soprattutto che, se consumato in dosi moderate di 2-3 tazzine al giorno, può raffigurare una buona fonte di antiossidanti.