Fumo e pressione alta: ecco cosa succede al nostro organismo

Fumo e pressione alta sono correlati? Sì, nonostante qualcuno sostenga che fumare abbassi la pressione, si tratta di una falsa informazione. Sappiamo bene quanto sia dannoso il fumo non solo per il sistema cardiocircolatorio ma per l’intero organismo. Il fumo, infatti, causa problemi agli organi e ai tessuti in quanto riduce l’ossigeno presente nel sangue.

Nell’ottica delle pareti venose ciò si traduce in un collasso dei vasi arteriosi. L’alta pressione, infatti, ostacola il normale flusso del sangue impendendo di fatto la corretta ossigenazione agli organi e ai tessuti. Quindi non è solo un problema circolatorio ma un fattore dannoso che si riflette nell’intero metabolismo.

Correlazione tra fumo e pressione alta

Quando una persona ha preso il vizio del fumo, fa fatica a smettere. L’abitudine di certi gesti acuisce il problema perché ne sentiamo una mancanza quasi fisica che si ripercuote nella nostra mente. Abbiamo l’erronea sensazione che la sigaretta sia capace di rilassare la muscolatura ma in realtà stiamo correndo all’interno di un circolo vizioso.

La necessità di introdurre nicotina induce il nostro corpo a richiederla alla mente. La mente si altera manifestando il desiderio in modo ossessivo e si conclude solo quando accendiamo la famosa “bionda”. Perciò sia il corpo che la mente possono rilassarsi perché finalmente hanno ottenuto la “dose” di cui necessitavano. La conseguenza è quella di sentirci appagati, rilassati e soddisfatti ma è una sensazione indotta e non una reale manifestazione di benessere.

Dobbiamo anche dire, però, che l’ossido di carbonio rilasciato con il fumo svolge un’azione vasodilatatoria ma è solo momentanea e corrisponde al momento in cui stiamo fumando. Subito dopo i vasi tornano a restringersi e si ritorna al naturale funzionalità del sistema circolatorio. Di contro, però, le cellule agiscono in maniera differente.

A seguito della vasodilatazione si irrigidiscono pensando a un qualche problema circolatorio e quindi inducono un alzamento di pressione. Questa fase si verifica successivamente, assumendo una funzione di contrasto a ciò che l’organismo ha appena sentito come una sorta di minaccia. L’alternarsi di contrazione e dilatazione provoca stress ossidativo e a lungo andare può causare una certa rigidità vascolare che può presentare sintomi di ictus, infarto o ischemia.

Questa, però, mette in atto delle contromisure a livello cellulare, irrigidendosi per contrasto e dunque producendo un innalzamento della pressione sanguigna. Non solo. L’ossido di carbonio danneggia nella cellula anche gli enzimi respiratori dei mitocondri, le centrali energetiche e respiratorie cellulari: ciò porta alla formazione di radicali liberi e quindi a stress ossidativo.

Inoltre, a livello polmonare, l’ossido di carbonio uccide sistematicamente i mitocondri portando a una riduzione dell’ossigeno che si muove a cascata sulla salute dei tessuti, della cute e libera la formazione di radicali liberi.

Abbassare la pressione alta

La frequenza cardiaca e la pressione arteriosa ritornano ai valori standard normali dopo circa 30 minuti dalla sigaretta. Smettendo di fumare, in circa un mese, si saranno espulse le sostanze che finora hanno intossicato il nostro organismo. Dopo un anno i valori rientrano nella norma e la situazione delle arterie ritorna ai valori originali.