Difficoltà a deglutire? Come riconoscere il disturbo e i consigli degli esperti

Difficoltà a deglutire? sono tantissime le cause. Bisogna rendere sempre più consapevoli i pazienti con problemi di deglutizione, e le loro famiglie, dell’importanza dell’alimentazione per evitare complicanze anche gravi.
La disfagia è un’alterazione del transito del cibo dalla bocca fino allo stomaco e le cause possono essere molteplici, ma pensiamo alle varie malattie neurodegenerative, come il Parkinson, la Sclerosi laterale amiotrofica e la malattia di Huntington, che compromettono la funzione dei muscoli, compresi quelli coinvolti nel processo di deglutizione.

Come riconoscere i sintomi della difficoltà a deglutire?

Questo processo è caratterizzato da diverse fasi e si basa su meccanismi, sia muscolari sia nervosi, molto complicati. Basta poco per avere questi problemi purtroppo.
Molto spesso il disturbo viene sottovalutato e si arriva alla presa in carico del paziente quando ormai si è verificata una complicanza. Purtroppo siccome non riesce a mangiare bene va incontro ad una malnutrizione;
Oppure può incorrere nella cosiddetta polmonite ab ingestis, cioè la polmonite da cose ingerite, una complicanza importante e grave. Questo accade quando il cibo, invece di passare dalla bocca all’esofago, sbaglia strada e finisce dalla trachea direttamente ai polmoni.

Come capire se si soffre di disfagia?

Ecco i sintomi che si hanno quando non si riesce a deglutire bene:

  1. Difficoltà nel controllo del bolo nella cavità orale.
  2. Perdita di saliva o cibo dalla bocca.
  3. Tosse e sensazione di soffocamento per aspirazione delle vie aeree.
  4. Rigurgito nasale.
  5. Affaticamento durante il pasto.
  6. Deglutizioni multiple per uno stesso bolo.

Cosa fare per guarire

Il paziente disfagico potrebbe dover modificare le proprie abitudini alimentari e la consistenza dei cibi. Per curare la disfagia è fondamentale un approccio multidisciplinare. L’otorinolaringoiatra, che grazie all’aiuto di diversi strumenti può rilevare la presenza della disfagia e valutarne la gravità. Poi c’è lo pneumologo, il logopedista e lo psicologo.

Cosa può succedere a seguito della diagnosi:

  • Diminuzione delle abilità cognitive: consapevolezza, orientamento, memoria, vigilanza e attenzione
  • Incremento dell’impulsività o agitazione
  • Diminuzione o assenza del riflesso della tosse, mancanza della tosse volontaria
  • L’uso di alcuni farmaci come neurolettici, antidepressivi, anticolinergici e medicinali a base di fenotiazina
  • Iperestensione del collo o contratture
  • Diminuzione o assenza di forza, movimento e simmetria dei muscoli facciali, lingua e muscoli orali
  • Diminuzione o assenza della sensibilità orale e facciale
  • Precedente intubazione per un lungo periodo
  • Problemi di linguaggio
  • Età avanzata.

La Disfagia orofaringea può essere causata da disturbi e danni di tipo neurologico; si ricordano tra questi la sindrome post-poliomielite, la distrofia muscolare, la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, ictus lesioni cerebrali, lesioni a carico del midollo spinale.