Il contesto del “bucato”, apparentemente semplice e banale definisce una serie di numerose metodologie e segreti di varia natura che fanno parte della “saggezza” comune, portata avanti sopratutto dalle massaie e dalle casalinghe di tempi non così lontani ed in parte anche dal web, che indubbiamente ha contribuito ad avvicinarci tutti. Fare il bucato è quindi qualcosa di solo apparentemente semplice, ed è costellato di tante piccole strategie, alcune realmente insospettabili. Ad esempio i famosissimi jeans, uno dei capi di appigliamento simbolo del 20° secolo, che non passa mai di moda sono famosi per essere considerati capi di abbigliamento dotati di grande resistenza e vestibilità ma se non “trattati” con le giuste precauzioni durante il lavaggio, possono insorgere diversi problemi.
Storia e denominazione dei Jeans
I jeans infatti rappresentano un’invenzione che deriva da una necessità ossia di “vestire” i lavoratori ed i minatori. Ideato da Jacob Davis e reso popolare da Levi Strauss nel 1873, il nome deriva dal blu di Genova, un tessuto jeans è originario della Repubblica di Genova che fu reinventato nel 1871 ed iniziato ad essere diffuso pochi anni dopo. Il termine jeans sembra provenire dalla connotazione francese bleu de Gênes. Anche se i jeans moderni sono molto diversi da quelli utilizzati dai minatori statunitensi, essi mantengono un’elevata resistenza ed hanno rappresentato anche il simbolo dell’abbigliamento casual. Ma a quale temperatura conviene lavarli?
Nessuno lo sa ma esiste la temperatura ideale per lavare i jeans
In generale i jeans meno si lavano, e meglio è: la loro struttura pur essendo resistente tende a “slavarsi” proprio lavaggio dopo lavaggio e anche la centrifuga non deve essere mai troppo aggressiva per evitare di stropicciare il nostro jeans. In generale le temprature non dovrebbero mai superare i 60 gradi, ma quella ideale si aggira sui 30 gradi sopratutto per i modelli più leggeri ed elasticizzati.
E’ sempre meglio attenersi alle indicazioni presenti sull’etichetta.