Altopiano dell’Argimusco: ecco dove si trova la Stonehenge siciliana

L’Argimusco è un altopiano che si trova a nord dell’Etna, vicino ai confini con i monti Nebrodi e i Peloritani, all’interno della Riserva Naturale del Bosco di Malabotta. Ci troviamo nell’antica Val Demona, in provincia di Messina.  In questa zona sorgono numerosi roccioni di arenaria quarzosa modellati in forma curiosa e suggestiva che gli hanno conferito di passare alla storia come la Stonehenge siciliana.

Un luogo considerato speciale

L’area dell’Argimusco costituisce un patrimonio di raro splendore. L’altopiano, brullo, selvaggio, battuto dal vento, è disseminato di misteriosi megaliti dalle forme antropomorfe e zoomorfe, plasmate nei secoli dall’azione del vento e dell’acqua. Il sito, aperto a tutti gli orizzonti, è un luogo pieno di magia e mistero. È facile immaginare tra queste enormi pietre uomini antichi intenti ad osservare il cielo e le costellazioni o a reiterare riti legati al sole o alla fertilità.

Caratteristiche rilevanti

In questo sito naturalistico regnano incontrastate pietre millenarie avvolte da un silenzio che è spezzato solo dai suoni degli armenti e dall’ululato del vento. Ed è proprio l’azione degli agenti atmosferici, principalmente il vento e l’acqua, che ha modellato le enormi rocce. In questo nodo si sono create pietre dalle particolari figure antropomorfe e zoomorfe. In seguito l’uomo scoprì questo luogo senza tempo, iniziando a frequentarlo, a contemplarlo ed a utilizzarlo. Tra gli svariati motivi di utilizzo uno tra tutti acquisì ben presto primaria importanza: l’osservazione del cielo. Così le grandi rocce e l’intero paesaggio furono scelti per praticare l’astronomia, per decifrare i movimenti degli astri, giungendo a scoprire l’alternarsi delle stagioni. E non solo, ma anche per fissare le basi per un pratico e utile calendario. Ciò è accaduto migliaia di anni fa in diversi luoghi della Terra.

Riti sacri e osservatorio stellare

Si pensi che si siano svolti dei riti sacri proprio all’interno di questo altopiano. Scelto proprio per il fatto che sia considerato come il luogo dove la terra si unisce al cielo formando il paesaggio sacro per eccellenza. Questo luogo atavico ben presto diventò un osservatorio astronomico naturale. Inoltre, molte delle pietre in esso presenti furono lavorate per fini precisi. Questo sito naturalistico ed archeologico da molti è stato già definito come la ‘Stonehenge siciliana’, ma questa dicitura è errata. Ma perché viene considerata errata? Semplicemente perché  nell’Argimusco non si trovano megaliti ma pietre naturali. E c’è da dire che alcune di queste pietre venivano lavorate. Un parallelismo più corretto sarebbe parlare quello di ‘Marcahuasi siciliana’.