Telepass, se lo usi su un’altra auto rischi grosso: ecco perché

Come spesso accade, gli strumenti tecnologici che hanno un ruolo “pionieristico” sono anche quelli che danno il nome al servizio per gli anni a seguire: è ad esempio il caso del Bancomat, strumento e circuito che ha iniziato a diffondersi in Italia dagli anni 80, il cui nome viene utilizzato per definire il pagamento elettronico standard ma anche l’operazione di prelievo, anche se questa sfrutta altri circuiti. La “genesi” del Telepass, che a lungo ha rappresentato l’unico modo per pagare in modo automatizzato il casello autostradale, risale più o meno allo stesso periodo, anche se ha iniziato a diventare realmente diffuso dagli anni 90.

Telepass è prima di tutto una società per azioni strettamente legata con Atlantia SpA, sostanzialmente Autostrade per l’Italia, che gestisce l’intero servizio che com’è noto, funziona tramite uno strumento da tenere all’interno dell’abitacolo dell’automobile dotato di transponder. Questo sistema che è a sua volta gestito tramite un sistema di abbonamento, calcola ogni passaggio per i “caselli” autostradali permettendo a cadenza regolare (una volta ogni 6 mesi) di calcolare la somma dovuta. Il vantaggio legato all’utilizzo del Telepass, che viene “associato” alla targa del veicolo di riferimento, è evidente in quanto rende il pagamento della somma dovuta ai caselli pressochè immediata, risultando uno strumento utile sopratutto per i pendolari.

Telepass, se lo usi su un’altra auto rischi grosso: ecco perché

Cosa succede se utilizziamo il nostro dispositivo Telepass a bordo di un’altra auto, quindi non registrata con l’abbonamento? Nella maggior parte dei casi non succede niente in quanto il casello Telepass utilizza come metodo di riconoscimento principale quello “a infrarossi”: al momento del passaggio del veicolo munito di transponder, il tutto viene calcolato correttamente e la sbarra si alza. Però in caso di problemi il casello “fa fede” alla targa del  veicolo, e se risulta esserci una discrepanza viene calcolato il tragitto più lungo possibile, così da far pagare al titolare dell’abbonamento la tariffa più alta possibile. Una sorta di “disincentivo” che può essere comunque ovviata semplicemente cambiando la targa associata al nostro dispositivo utilizzando l’app per smartphone oppure presso un qualsiasi Punto Blu.

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