Quali voci bisogna attenzionare in busta paga? Ecco la risposta

Da anni considerata una “conquista” importante in ambito lavorativo, in quanto rappresenta la documentazione che attesta non solo l’avvenuta prestazione lavorativa da parte di un lavoratore dipendente ma anche l’ufficializzazione del rapporto di lavoro in quanto tale, che sia questo a breve o lungo termine. La busta paga deve il suo nome “ufficioso” (spesso infatti viene chiamata anche cedolino paga o semplicemente cedolino) dalle origini concettuali: fino a non troppi anni fa il salario veniva stipato in vere e proprie buste, e anche se oggi il documento in questione è molto diverso, il “ruolo” è sostanzialmente anche quello di evidenziare ufficialmente lo stipendio. Ma la busta paga non è solo questo, in quanto contiene una quantità non indifferente di voci e informazioni non sempre così chiare. Quali sono le più importanti da attenzionare?

Quali voci bisogna attenzionare in busta paga? Ecco la risposta

Le voci nella busta paga non sono “messe a caso”, ma al contrario seguono una disposizione precisa: la parte in alto presenta le informazioni anagrafiche relative al datore di lavore e al lavoratore (nello specifico cognome e nome, posizione INAIL e INPS, funzione lavorativa, il tipo di CCNL , così come il mese di riferimento e i dati relativi alla paga base (chiamata anche minimo tabellare).

Al centro sono presenti le informazioni relative alla prestazione lavorativa, quindi:

  • Ore ordinarie;
  • Premi;
  • Ore straordinarie;
  • Tutte le forme di “indennità” quindi giorni di ferie, i permessi, le festività, la malattia, l’infortunio, la maternità

Spesso sono presenti anche anticipi, bonus e premi di produzione, così come, se previsti, gli importi legati alla tredicesima e quattordicesima.

La parte bassa è quella dove sono presenti i dati previdenziali e fiscali, tra cui le trattenute ed i contributi, in parte versati dal lavoratore, in parte dal datore di lavoro. Importante anche il dato relativo al TFR, ossia il Trattamento di Fine Rapporto, che corrisponde alla cifra, accumulata con il tempo trascorso in azienda, che viene erogato in caso di cessazione di rapporto professionale. Il valore indicato è relativo al lordo annuo relativo al TFR maturato, il calcolo viene effettuato sommando le mensilità lorde maturate diviso 13,5 con l’imponibile TFR. Questo è pari alla somma di tutte le quote maturate anno per anno.

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