Se ti capita di accumulare tanti oggetti in casa, potresti avere questa malattia

Oggi parleremo di una delle malattie più strane ma allo stesso tempo forti di cui una persona possa soffrire: la disposofobia, oppure più comunemente, accumulo compulsivo. Tutti noi abbiamo la tendenza a conservare oggetti superflui o a lasciare che si ammassino in cantina, negli armadi o in qualsiasi altro posto della casa.

Dalle penne terminate che rimangono in mezzo a quelle buone, capi logori che oramai non ci vanno più bene e vecchi documenti che non sapevamo neanche più di avere. Tali oggetti, però, non disturbano con la nostra vita quotidiana.

Se ti capita di accumulare tanti oggetti in casa, potresti avere questa malattia

Le persone che sono malate di accumulo compulsivo, invece, possono trovarsi a vivere in uno spazio addirittura ridotto della propria casa per colpa degli eccessivi ciarpami accumulatesi. Arrivano a collocare la macchina fuori perché il garage è inadoperabile oppure non utilizzano più la cucina perché, letteralmente, non ci si può spostare.

Oltre a non riuscire a liberarsi dei propri averi queste persone spesso tendono a ricercare operosamente diverse categorie di oggetti da poter ammucchiare. L’acquisizione smisurata è un tratto distintivo dell’accumulo compulsivo che contraddistingue l’80-90% di chi ne soffre.

La metodologia di acquisizione più comune è il comperare eccessivo, seguito dall’acquisizione di oggetti gratuiti come volantini oppure quegli oggetti gettati via da altre persone. Solo un esperto che abbia confidenza con questo tipo di disturbo può individuare con sicurezza l’accumulo compulsivo. Una diagnosi diligente in ambito psicologico, inoltre, punta a mettere a fuoco in maniera precisa i differenti aspetti di quel caratteristico accumulo compulsivo di cui soffre quella determinata persona, e che quindi non è limitabile ad una semplice generica etichetta.

L’accumulo compulsivo è una patologia che la ricerca ha scoperto e iniziato a studiare da poco tempo. Attualmente non esiste una terapia eretta sull’evidenza efficace per il trattamento di tale disturbo. Benché si riesca, con molto lavoro, a soccorrere chi ne soffre a sgombrare la propria casa dagli oggetti superflui, la ricaduta a pochi anni del trattamento raffigura la norma. In tali casi la terapia va valutata come un supporto per evitare complicazioni che portino a condizioni intollerabili.

Quindi ecco come poter riconoscere se si ha questo tipo di patologia. Il fattore che la rende abbastanza grava è proprio il fatto di non rendersi conto di soffrirne.