Canone Rai, ecco cosa succede se non paghi. “Attenzione”

Bollette, canoni e abbonamenti, tutti sono accomunati da una sorta di “fastidio” di fondo, che ci obbliga a spendere somme di denaro per poter godere di beni e servizi spesso essenziali, ma anche da una forma di “obbligatorietà” di questi servizi. Se per forza di cose siamo “costretti” a pagare le bollette delle forniture più importanti, alcune forme di fatturazioni sono accettate molto di meno, anche se non presentano importi così impossibili da pagare. Il Canone Rai costituisce indubbiamente una delle “bollette” meno gradite per motivi sopratutto concettuali: per tantissimi cittadini infatti pagare per un servizio che viene ancora oggi percepito come gratuito rappresenta un ostacolo culturale.

In realtà il Canone Rai è una vera tassa, denominata per l’appunto tassa televisiva, che sotto forme leggermente diverse, risulta esistente anche in altri paesi europei (in altri il corrispettivo non è fisso, e viene ad esempio “scalato” dalle tasse oppure da altre forniture). Anche in Italia, almeno per un altro po’ di tempo la tassa televisiva risulta associata alla fornitura dell’energia elettrica, come deciso nel 2016. Tuttavia per l’Unione Europea questo “accorpamento” non è considerato lecito, e quindi a partire dal prossimo anno la tassa televisiva ritornerà ad essere scorporata, anche se non sono ancora stati ufficializzati dettagli in merito.

Canone Rai, ecco cosa succede se non paghi. “Attenzione”

Ma cosa succede se si sceglie di non pagare? Ad oggi circa il 60-70 % della popolazione non salda questo “debito” con regolarità, semplicemente scegliendo di escludere il Canone Rai dalla bolletta della luce. Tuttavia come ogni altra forma di imposta, questo provoca dei problemi: in primis viene consegnata una multa, che può essere da 2 a 6 volte l’importo annuo attuale di 90 euro, quindi da 180 fino a 540 euro, al quale va ovviamente aggiunto il corrispettivo della tassa non versata.

Trattandosi di un’imposta, continuare a non pagare sviluppa un iter paragonabile all’evasione di qualsiasi altra tassa: il titolare viene quindi associato ad un fascicolo da parte dell’Agenzia di riscossione, il che porta anche alla riscossione coattiva dei beni ed al pignoramento.

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