Riserva naturale in Sicilia: ecco dove vedere una maestosa Necropoli a grotte

La Sicilia è una terra ricca di luoghi e posti suggestivi. Con la sua grande vastità di scelta, questa meravigliosa isola, offre diverse riserve naturali. Vi è una riserva in particolare dove vi è nascosta una necropoli con delle grotte. Stiamo parlando di Pantalica.

Pantalica

Nella parte orientale della Sicilia si estende la Riserva Naturale Orientata di Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande. Trattasi, in particolare, di un’area naturale protetta, istituita nel luglio del 1997, divenuta, dal gennaio del 2005, patrimonio dell’UNESCO. La riserva è situata nei comuni di Buscemi, Cassaro, Ferla, Palazzolo Acreide e Sortino, in provincia di Siracusa. Inoltre, ospita la maggiore necropoli europea con migliaia di tombe scavate nella roccia, comprendendo al contempo più sistemi: la Valle del Fiume Anapo, la Valle di Pantalica e il torrente di Cava Grande. Ma non solo, internamente alla stessa sono presenti anche due grotte carsiche, la grotta dei pipistrelli, così chiamata a causa dell’elevata presenza di pipistrelli, e la grotta Trovato, le cui forme sono state determinate dall’azione delle acque sulle rocce.

Un po’ di storia

La denominazione “Pantalica” deriva da una terminologia araba “Buntarigah, che tradotta significa grotte”, tuttavia la storia della riserva affonda le sue radici in un passato ben più remoto. Infatti, i primi insediamenti umani sono riconducibili più precisamente alla transizione che va dall’età del Bronzo a quella del Ferro, presumibilmente come conseguenza dell’arrivo dei Siculi che imposero alla popolazione indigena l’abbandono della fascia costiera e il rifugio in luoghi di montagna. L’importante lascito storico di questo periodo è di  cinque necropoli composte da circa 5000 tombe scavate direttamente nella roccia. Inoltre, un’ulteriore traccia del passaggio degli esseri umani si ebbe nell’epoca bizantina con la costruzione delle chiese, tutt’ora visibili, di San Micidiario e San Nicolicchio.

Cosa fare a Pantalica

Pantalica è esplorabile, sia liberamente che mediante guide, tramite i percorsi tracciati dall’Azienda Foreste Demaniali. Un primo sentiero si snoda su un pianoro che conduce ai resti del castello di re Hyblon, il quale era un antico re siculo. Una volta arrivati, da qui il percorso conduce sino all’oratorio di San Nicolicchio. Vi sono anche altri tracciati molto interessanti sono quello ciclopedonale di Giarranauti, antico borgo caratterizzato da reperti di epoca bizantina, e quello dell’ex ferrovia Siracusa-Vizzini che segue l’Anapo, fiume che dà vita allo spettacolare paesaggio delle gole di Pantalica, per circa 12 chilometri.

Come arrivare a Pantalica

Gli ingressi della riserva si raggiungono da Siracusa, via SS114-124 in direzione Floridia e da qui si procede sino ad arrivare all’ingresso Fusco di Sortino (SP 28). L’accesso archeologico consigliato è lato Ferla, Sella di Filiporto, perché meno difficoltoso e più scenografico. Invece, il secondo ingresso naturalistico, ossia a lato Sortino, è quello più selvatico ma che al contempo offre maggiori possibilità di riparo. Vi consentirà di raggiungere la zona dei laghetti in meno di un’ora di cammino. Infine, il terzo accesso, sempre naturalistico, lato Ferla-Cassaro permette di spingersi verso la zona centrale della Valle dell’Anapo più velocemente rispetto all’accesso lato Sortino, tuttavia la parte iniziale di percorso è meno suggestiva e la zona dei laghetti richiede almeno tre ore di camminata.