Busta paga, ecco chi avrà brutte sorprese nel mese di settembre

La busta paga non è “solo” un importante strumento utilizzato per evidenziare una prestazione lavorativa in maniera “ufficiale” da parte del datore di lavoro, ma costituisce anche una forma di “standard” nell’ambito del mondo del lavoro e indica anche la situazione generica in termini di stipendio. La busta paga idealmente è infatti una sorta di misuratore, che sta ad indicare la situazione economica dei lavoratori dipendenti del nostro paese, e non è mai uguale anche per lo stesso lavoratore a distanza di anni, anche perchè la situazione economica è in continuo cambiamento e lo Stato sviluppa forma di detrazioni e agevolazioni più o meno specifiche anche mese per mese.

Busta paga, ecco chi avrà brutte sorprese nel mese di settembre

Infatti le buste paga sono costantemente “modificate” dai vari bonus, detrazioni e quant’altro che risultano essere decise sopratutto dal governo “in carica”. Ad esempio un cambiamento importante che ha iniziato a manifestarsi dal mese di marzo 2022 ha privato le buste paga degli assegni familiari, che sono in effetti non più presenti sul cedolino poga, a causa di un cambio radicale, che ha portato ogni tipologia di agevolazione e bonus legato ai figli ad essere accorpato all’Assegno Unico per famiglie, che viene erogato tramite bonifico.

Abbiamo recentemente analizzato la situazione legata alla mensilità di agosto, e di tutte quelle seguenti fino alla fine del 2022, ma nell’agenda del pur dimissionario governo Draghi, che resterà comunque unito fino alla nuova legislatura non sembra essere stato confermata una misura pari al Bonus 200 euro, che ha portato un ampio numero di lavoratori e pensionati ad avere questo “aiuto” direttamente sul proprio conto o libretto.

D’altro canto buone notizie per quanto riguarda il Bonus 200 euro per gli autonomi, in quanto recentemente è stato firmato il decreto  che ufficialmente conferma questa forma di bonus per i lavoratori autonomi e dei professionisti che nel corso del 2021 non hanno avuto un reddito superiore a 35 mila euro.

Per fare domanda è opportuno consultare direttamente l’INPS oppure un qualsiasi Caf adibito.

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