In Francia il vaiolo delle scimmie ha contagiato un cane a partire dall’uomo

Ormai è allarme vaiolo delle scimmie, questa malattia, arrivata anche in Italia, sta mettendo in ginocchio quasi tutto il mondo. Anche un cane è stato contagiato dal contatto con un uomo.

Da luglio, quando c’è stato il primo decesso in Spagna, c’è stata un escalation di casi anche in Italia ed è scattata l’emergenza in America e molti Paesi dell’Ue, tra cui la Francia, dove pochi giorni fa anche un cane è stato contagiato.

Vaiolo delle scimmie: un cane contagiato da un uomo

Un primo caso sospetto è stato documentato a Parigi, dove un levriero di quattro anni ha manifestato le tipiche lesioni cutanee e mucose della malattia a 12 giorni di distanza dai suoi due padroni, con cui dormiva.  

Dal confronto tra tamponi sembra che si tratti dello stesso genoma virale, ma la dinamica del contagio è ancora tutta da chiarire: nell’attesa di nuove indagini, si fa strada l’ipotesi di allontanare gli animali dagli uomini infetti.

Non si sa ancora, tuttavia, se i cani e i gatti possano essere vettori del virus. In Europa è stata registrata in alcuni primati in cattività che erano stati in contatto con animali infetti importati. Il contagio tra animali domestici, come cani e gatti, non è mai stata segnalata fino ad ora.

A cambiare le carte in tavola potrebbero essere questi casi sospetti. Il contagio sembrerebbe essere partito dai due proprietari del cane, ovvero un uomo di 44 anni con Hiv (in terapia con antiretrovirali) e un altro uomo di 27 anni sieronegativo. I due si sono presentati all’ospedale de la Pitié-Salpetrière lo scorso 10 giugno con febbre, mal di testa e lesioni sulla pelle.

I casi confermati sono circa 12mila in Europa,  740 solo in Italia, dove la Lombardia e in testa a tutte le regioni.

Continuano ad aumentare in questi giorni d’estate.  I casi collegati a viaggi all’estero sono 201. L’età mediana è di 37 anni e la maggior parte dei contagi riguarda gli uomini (730 maschi, 10 femmine).

L’OMS dichiara di ridurre i rapporti sessuali con persone che non si conoscono, soprattutto per gli uomini, quella sembrerebbe essere la via maggiore di contagio.

I vaccini negli Usa sono pochi e si sta capendo come intensificare le dosi; stessa cosa in Europa dove la situazione non migliora: anche la Francia ha ormai 2000 casi e in Italia 479 casi.

L’ECDC suggerisce di concentrarsi sulla tempestiva identificazione, gestione e segnalazione di nuovi casi di malattia, potenziando:

  • le azioni mirate al tracciamento dei contatti
  • la capacità diagnostica per gli orthopoxvirus
  • la disponibilità di vaccini contro il vaiolo, di antivirali e dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari