I dolcificanti artificiali e chimici possono avere conseguenze non buone sul nostro organismo. Molto spesso i dolcificanti vengono consigliati in diete ipocaloriche come alternativa allo zucchero raffinato o allo zucchero di canna. Da qualche anno però gli studi che riguardano i dolcificanti hanno fatto emergere delle controindicazioni sull’utilizzo frequente di questi.
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In particolare un recente studio della Sorbona, Università di Parigi Nord, ha scoperto una incidenza dei dolcificanti nell’aumento del rischio di malattie cardiache e nella regolazione del flusso sanguigno al cervello. In questo articolo vi descriviamo meglio lo studio e i rischi cui può condurre l’uso abituale – o l’abuso – dei dolcificanti.
Dolcificanti al posto dello zucchero: ecco perché no
Secondo lo studio elaborato dai ricercatori della Sorbona e pubblicato di recente sul British Medical Journal, i dolcificanti artificiali “non dovrebbero essere considerati un’alternativa sicura allo zucchero”, dato che le evidenze scientifiche hanno portato a scoprire che il consumo di dolcificanti è collegato a un rischio maggiore di malattie cardiovascolari.
Lo studio è stato condotto su un campione di 100mila persone, a larga maggioranza donne, di età media di 42 anni. Su tutte queste persone è stata monitorata costantemente l’assunzione di dolcificanti, in tutti i cibi ingeriti, per natura e anche per marca utilizzata. Circa il 37% del totale dei partecipanti ha consumato dolcificanti artificiali. Durante un periodo medio di monitoraggio durato nove anni, i partecipanti hanno registrato 1.502 eventi cardiovascolari. Tra questi attacchi di cuore, ictus, attacchi ischemici transitori (noti anche come TIA o mini ictus) e angina – dolore toracico legato a uno scarso flusso sanguigno ai muscoli cardiaci.
Studio sui dolcificanti: le conclusioni
L’incidenza totale di eventi cardiovascolari dovuta al consumo di dolcificanti artificiali, se paragonato a chi non ne ha utilizzato, era maggiore di circa il 9%. Il tasso aumenta a circa il 18% considerate le sole malattie cerebrovascolari, e cioè quelle determinate da un cattivo flusso sanguigno al cervello. In particolare l’aspartame era collegato in modo molto evidente agli eventi cerebrovascolari, mentre l’acesulfame potassio e il sucralosio erano associati maggiormente ad un aumento del rischio di malattia coronarica.
Gli autori dello studio spiegano che “I dolcificanti artificiali (soprattutto aspartame, acesulfame potassio e sucralosio) sono associati a un aumentato rischio di malattie cardiovascolari, cerebrovascolari e coronariche. I risultati suggeriscono che i dolcificanti artificiali potrebbero rappresentare un fattore di rischio modificabile per la prevenzione delle malattie cardiovascolari. I risultati indicano che questi additivi alimentari, consumati quotidianamente da milioni di persone e presenti in migliaia di cibi e bevande, non dovrebbero essere considerati un’alternativa sana e sicura allo zucchero, in linea con l’attuale posizione di diverse agenzie sanitarie”.