Talea di oleandro: ecco come e quando realizzarla, la guida

Da sempre le piante potenzialmente pericolose hanno un enorme impatto culturale e percettivo sugli esseri umani, in quanto molte specie, essendo ovviamente imposibilitate a muoversi, devono far obbligatoriamente ricorso a sostanze velenose che possano fungere da deterrente per le altre speie. E’ il caso dell’oleandro, una pianta che è conosciuta da molti secoli soprattutto per lo scopo ornamentale, essendo costituita da un organico semi arbustivo dove è la parte floreale quella di maggiore impatto. Probabilmente l’oleandro ha origini asiatiche ma già millenni or sono è stato introdotto nel nostro continente, e da sempre  è stato considerato utile come pianta benefica e medicinale ma già gli antichi erano a conoscenza di una componente fortemente velenosa, situata in gran parte nelle foglie e la corteccia, contengono una sostanza tossica, l’oleandrina. E’ comunque una pianta che se saputa “gestire” è molto bella da vedere e può essere replicata tramite il sistema della talea.

Talea di oleandro: ecco come e quando realizzarla, la guida

Il periodo più adatto per sviluppare una talea di oleandro è la primavera, in quanto in questo periodo la pianta originale può “sopperire” più facilmente alla “privazione” ed essendo questa una specie estiva, quella “nuova” può indiscutibilmente crescere sana.

E’ sufficiente tagliare un ramo giovane, con alcune foglie, con l’ausilio di cesoie/forbici ben affilate, dalla pianta originale, dopodichè sarà sufficiente rimuovere le foglie presenti sullo stelo ottenuto (lasciandone solo alcune sull’estremità), prima di inserir la talea in un vaso d’acqua non troppo carica di calcare. Bisogna ricordarsi di sviluppare un taglio obliquo così da massimizzare la superficie di radicazione.

Dopo alcune settimane la talea avrà iniziato a sviluppare nuove radici, e dopo circa 3-4 settimane queste saranno sufficientemente sviluppate per essere spostate in vaso. In questo caso è particolarmente consigliabile utilizzare del radicante in polvere, così da migliorare la resa della crescita della nuova pianta.

Dopo che avranno attecchito le piante saranno ancora delicate e dovranno restare in luoghi riparati, ma comunque soleggiati per diversi mesi prima di essere considerate sufficientemente resistenti.

mdrseo@gmail.com: