La solitudine può essere un’emozione realmente spaventosa. Ti slaccia dal mondo vicino, ti fa sentire non capito e indesiderato dalle persone attorno a te. Influenza gravemente la tua cognizione delle altre persone. La solitudine è un fattore di rischio frequente tra adolescenti e anziani con conseguenze significative sulla salute del nostro organismo.
Da non perdere:

Questo studio rivela gli effetti terribili della solitudine
Di solitudine si muore realmente in quanto attuali studi hanno comprovato che chi soffre di questa condizione o ha pochi contatti sociali sia più predisposto a lesioni cerebrali e attacchi al cuore con un rischio di infarto e ictus superiore del 30%. Ma gli effetti dell’isolamento sociale e della solitudine, due concetti collegati ma non sinonimi. Questi sono tanti e danneggiano lo stato di salute di una persona su più piani, quasi sempre simultaneamente.
Un recente studio fatto da un team di ricercatori internazionali e presentato sulla rivista scientifica Frontiers in Aging Neurosciences ha documentato come la disconnessione dall’assetto sociale operi sull’invecchiamento cognitivo. I ricercatori hanno implicato nel progetto 1537 partecipanti tra cui un gruppo di giovani danesi di età compresa tra i 10 e i 15 anni, un gruppo di over 60 tedeschi e uno di svedesi. Gli studiosi hanno assegnato dei questionari dove i soggetti hanno segnalato se si sentissero più o meno.
In seguito è stata valutata la memoria episodica dei partecipanti. I risultati hanno esibito che i sentimenti di solitudine erano legati al declino cognitivo nel gruppo di tedeschi, ma non in quello degli svedesi. La ricerca ha però sottolineato negli esami di follow-up che i pazienti con un livello di solitudine medio-alto erano stati interessati da una sottrazione di memoria superiore.
Questo perché la solitudine può originare un minor meccanismo cognitivo fino all’insorgere di forme di demenza. Allo stesso tempo però è anche il declino della memoria a poter determinare un maggior senso di solitudine. I due elementi sono connessi. I risultati hanno anche mostrato che il cervello conserva una rete di cerchie sociali, fondate sulla vicinanza. In pratica, il cervello opera in questo modo: quando pensi a te stesso, una parte si illumina, e quando pensi ad altre persone, si illumina un’altra parte.
Nelle persone che non penano di solitudine, c’è una sovrapposizione nell’attività delle due parti quando pensano a un amico stretto. Per i conoscenti, la sovrapposizione è minore, ma è ancora presente. Dunque la solitudine può essere realmente un qualcosa che può sgretolarci dall’interno. Vi abbiamo riportato gli effetti orribili a cui può portare questa situazione.