Il santo del giorno: San Turibio vescovo

San Turibio nasce nel 1538 a Mayorga, nel nord della Spagna. E’ il Patrono dei vescovi sudamericani. La sua memoria liturgica si celebra il 23 marzo. 

Turibio è stato un grande Vescovo

Diventato vescovo di Lima che da sei anni era di fatto priva di una guida e versava in una situazione di grave decadenza morale. Il 12 maggio 1581 Turibio prese possesso della sede arcivescovile di Lima. Aveva appena 43 anni. Per venticinque anni da Vescovo ha percorso migliaia di chilometri quasi sempre a piedi per annunciare Cristo agli indigeni del Perù. Promosse la riforma del clero e ad appena un anno dal suo arrivo convocò il III Concilio Limense (1582-1583), al quale parteciparono prelati di tutta l’America spagnola e in cui si affrontarono questioni fondamentali, riguardanti l’evangelizzazione degli indios, la catechesi e la predicazione nelle lingue native. Turbinio apprende gli idiomi locali e fece stampare il Catechismo in spagnolo, quechua e aymara, suddividendo sapientemente l’insegnamento catechistico, formato da corsi per bambini, ragazzi, adulti analfabeti e persone istruite. Nel 1591 fondò a Lima il primo seminario americano, che oggi porta il suo nome. Durante il suo episcopato il numero delle parrocchie passò da 150 a 250. 

Turibio: un vescovo attento ai problemi della gente

Grazie alla sua sollecitudine furono costruite strade, scuole, ospedali, conventi e chiese, di cui poté beneficiare tutto l’immenso territorio ricadente nel suo arcivescovado, sede metropolitana la cui giurisdizione si estendeva allora ben oltre i confini del Perù. Nei suoi 25 anni di episcopato cresima decine di migliaia di cristiani, tra cui tre futuri santi: Martino de Porres, Francesco Solano e Rosa da Lima. La prima americana a essere canonizzata fu chiamata “Rosa” proprio da Turibio. da vescovo arrivava al punto di donare ai bisognosi i suoi stessi vestiti e non badava a spese per gli ammalati. Con la sua predicazione appassionata e la sua carità fu un padre e convertì innumerevoli indigeni, che andava a trovare nelle loro capanne pur di fargli conoscere Cristo. “Il nostro grande tesoro è il momento presente. Dobbiamo approfittarne per guadagnarci la vita eterna. Il Signore Dio terrà strettamente conto di come abbiamo usato il nostro tempo”. Sfinito dai viaggi e dagli altri impegni del governo pastorale Turibio morì nel 1606. Benedetto XIV lo paragonò a san Carlo Borromeo e lo definì «instancabile messaggero d’amore». Nel 1726 è stato proclamato santo da papa Benedetto XIII.