I 3 metodi infallibili per riconoscere il latte scaduto: “Pazzesco!”

Il latte scaduto si riconosce da un colorito giallognolo, dall’odore nauseabondo e da un aspetto stranamente compatto. Il latte appena scaduto, invece, non presenta questi dettagli così eloquenti e quindi diventa difficile riconoscerlo. Nel suo piccolo, però, nasconde delle avvisaglie che possiamo identificare.

Se facciamo scadere spesso il latte dobbiamo correre ai ripari e acquistare una confezione più piccola, con una scadenza più lunga. Così eviteremo di sprecare il prodotto. Per fortuna, però, possiamo utilizzare il latte scaduto in un altro modo. Per esempio, il latte scaduto è un ottimo concime per le piante e possiamo sfruttarlo in questa maniera.

Quindi se ti ritrovi con del latte che ha già superato abbondantemente la scadenza, tienilo da parte e miscelalo a un po’ di acqua. Il composto così creato potrà essere spruzzato sul terriccio delle nostre piante e fungerà da fertilizzante naturale. Servirà a dare nutrimento, elargendo una quantità di calcio e servirà anche da antiparassitario.

Come riconoscere il latte scaduto

Il primo metodo è quello ufficiale, ovvero controllare la data di scadenza. Spesso acquistiamo il latte al supermercato, così come gli altri prodotti, senza controllare la scadenza. In questo modo, ci ritroviamo nella dispensa dei prodotti che hanno una data di scadenza prossima o che, addirittura, sono già scaduti. Dobbiamo fare molta attenzione quando andiamo al supermercato e controllare la scadenza. Così eviteremo gli sprechi e di buttare i prodotti.

Di solito, il latte scaduto il giorno prima non crea particolari problemi e si può consumarlo finanche il giorno successivo. Quindi, possiamo calcolare di poter bere il latte fino a due giorni – massimo – dopo la scadenza. In ogni caso, sarebbe meglio non rischiare soprattutto se vediamo che il latte ha cambiato colore, consistenza, odore o sapore.

In secondo luogo, possiamo vedere la scadenza del latte direttamente dalla confezione. Quando il latte è scaduto, infatti, si nota una sorta di rigonfiamento nella confezione. Il composto ha perso la sua naturale liquidità e cominciano a formarsi i primi grumi. A causa di questo cambiamento la confezione tende a gonfiarsi così da apparire disomogenea.

Non consumiamo il latte se la confezione cambia. Significa che il processo di degrado della materia si sta già formando e potrebbe essere nocivo per il nostro organismo. Bere latte scaduto potrebbe portare a forti dolori addominali con i tutti i sintomi a esso collegati. Si rischia anche di diventare intolleranti al latte perché potrebbe rovinare la funzione dell’enzima preposto all’assorbimento del latte.

Il terzo metodo, efficace, per scoprire quando il latte è scaduto è misurare il PH. Quando il latte è fresco, il suo PH si aggira sui valori  di 6,6 e 6,7. Quando invece scade il PH scende perché significa che i batteri del latte stanno convertendo il lattosio in acido lattico. In pratica, sta avvenendo un cambiamento nelle condizioni salutari del latte.

Quando ciò si verifica non dobbiamo più consumare il latte perché potrebbe causare problemi al nostro organismo. Non sapendo esattamente in quale fase di trasformazione il latte si ritrova, è meglio non rischiare di avere effetti indesiderati.