Pasta: trovato del glifosato in molte marche, ecco come evitarlo

Il glifosato secondo un test condotto in Svizzera è stato rilevato nelle confezioni di pasta del marchio Agnesi, Divella, Garofalo e Lidl. Per fortuna, i livelli della sostanza rilevati non sono tali da destare preoccupazione, in quanto si attengono al di sotto dei limiti di legge consentita. Il prodotto è considerato una sostanza cancerogena dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ma viene ampliamente usato in agricoltura come erbicida.

Negli ultimi quindici, dieci anni sono aumentate le preoccupazioni per i potenziali effetti sulla salute del glifosato, l’ingrediente attivo principale del diserbante Roundup. La sostanza chimica viene utilizzata su colture come la soia, il frumento e il mais che sono state geneticamente modificate per resistere ad essa.

Oggi queste colture geneticamente modificate costituiscono più del 90% di tutta la soia e del cotone coltivati negli Stati Uniti e circa l’80% di tutto il mais. In risposta alla richiesta dei consumatori di maggiori informazioni sui residui di pesticidi nei prodotti, Whole Foods Market e altre catene di alimentari ora etichettano i loro prodotti con indicatori visibili se non contengono residui di pesticidi specifici come il glifosato. E in Europa, come siamo messi? Al momento le coltivazioni che utilizzano il Roundup non sono così segnate e quindi non si ha una stima precisa. La percentuale effettiva, comunque, è poco più bassa di quella americana.

Che cos’è il glifosato?

Il glifosato è un erbicida che uccide le erbe infestanti, soprattutto quelle che competono con le colture commerciali. È uno degli erbicidi più utilizzati al mondo. Si trova nel Roundup, uno dei diserbanti più popolari e diffusi per uso domestico e commerciale. Il problema è che si tratta di un erbicida non selettivo, ossia uccide sia le erbe infestanti che le piante non infestanti, rovinando di fatto l’intero ecosistema.

La sostanza uccide le erbe infestanti inibendo un enzima essenziale per la loro crescita. Ma poiché l’enzima è comune a tutte le piante, non fa distinzione tra erbacce e colture. Interrompe la produzione di aminoacidi e di altri nutrienti essenziali per la crescita di tutte le piante, indistintamente. Per cui anche le colture vicine, sebbene a impronta biologica, possono subire lo stesso trattamento.

In passato, i coltivatori applicavano comunemente il glifosato come trattamento post-raccolta per uccidere le erbacce nei loro campi. Ma ora lo applicano sempre più spesso sul campo mentre le colture crescono, utilizzando colture geneticamente modificate resistenti al glifosato come una sorta di scudo biologico contro le erbacce. Il risultato è che finisce nelle colture non geneticamente modificate e può portare residui negli alimenti in forma maggiorata rispetto a quando la sostanza chimica viene applicata secondo le indicazioni.

Come si può evitare il glifosato?

Il glifosato può essere spruzzato sulle colture, in forma liquida, in polvere secca e in forma granulare. Non esiste un modo semplice per evitarlo ed è meglio presumere che sia presente in tutti gli alimenti. Scegliendo prodotti biologici, però, si avranno meno probabilità di trovare residui. Diamo una sciacquata agli alimenti prima di cucinarli utilizzando del bicarbonato di sodio che ha un effetto disinfettante.