Bancomat, la notizia è ufficiale: “prelevare sarà impossibile”

Il contesto bancomat è indiscutibilmente divisivo almeno dal punto di vista delle abitudini o almeno così è sembrato per molto tempo, in quanto a partire dalle ultime decadi Novecento è stato proprio il consorzio Bancomat, con la società omonima a mettere a disposizione dei correntisti più “avanzati” tecnologicamente una forma di strumento di carta di pagamento utilizzabile sia per pagare, appunto, ma anche per usufruire dei terminali ATM adibiti al prelievo. Bancomat può vantare una storia non così lunga ma di enorme impatto sociale e tecnologico, al punto che il termine spesso è collegato all’azione diretta di prelievo, azione che sarà sempre più difficile e meno conveniente da portare avanti.

Bancomat, la notizia è ufficiale: “prelevare sarà impossibile”

Prelevare infatti sarà difficile per varie ragioni, una su tutte da ricercarsi nella tendenza sempre più diffusa che vede le banche proprietarie di filiali e anche di ATM ridurre la presenza di questi strumenti. Le ragioni sono molto semplici, legate al contesto economico: non “conviene” più tenere attivi gli sportelli come in passato, quindi un numero minore significa anche minore possibilità di  poter prelevare.

Se questo non sarà un problema per tutte le categorie, in quanto la sempre più capillare diffusione di denaro elettronico sta portando soprattutto le generazioni più giovani a rinunciare all’uso del contante, questo “step” tecnologico e culturale, già attivo da anni, avrà effetti anche dal punto di vista economico.

Meno ATM significa anche meno entrate legate alle commissioni, che “scattano” ad esempio quando siamo soliti prelevare delle somme di denaro da sportelli che non fanno parte della nostra banca. Queste commissioni sono regolamentate da limiti come la commissione interbancaria ma in futuro saranno probabilmente le banche a decidere gli importi delle commissioni da adottare, con tutte le difficoltà del caso visto che come osservato anche dall’Antitrust, che dovrà pronunciarsi in merito entro il 2023, l’importo delle commissioni potrebbe “schizzare” fino a oltre 1,50 euro per singola operazione.

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