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Le piante acidofile sono varietà botaniche che richiedono un terreno acido, con un valore di pH inferiore a 7, per crescere in modo sano e rigoglioso. Queste piante necessitano di specifiche accortezze per la coltivazione, come l’uso di un terreno a pH acido e privo di calcare. Nel caso di terreni calcarei, si consiglia di aggiungere prodotti formulati con chelati di ferro per ridurre l’assorbimento di calcare dalle radici delle piante. L’irrigazione delle piante acidofile richiede annaffiature abbondanti ma non troppo frequenti, evitando i ristagni idrici. L’acqua utilizzata per l’irrigazione dovrebbe essere dolce, come acqua piovana o acqua distillata, per evitare un aumento del pH del terreno. La potatura delle piante acidofile si esegue in primavera, prima che compaiano i primi germogli, e al termine della fioritura per eliminare i rami secchi e dare forma alle chiome. Alcune piante acidofile comuni per il giardino includono azalee, rododendri, camelie, magnolie, ortensie, eriche, glicini e vari tipi di pini. Nel caso delle piante acidofile da orto, alcune colture come pomodori, basilico, prezzemolo, carote, melanzane, patate, lamponi, more e mirtilli richiedono un terreno acido per crescere bene. Il terriccio più indicato per le piante acidofile ha un pH inferiore a 6.5. È possibile misurare il pH del terreno utilizzando uno strumento specifico chiamato piaccametro o una cartina tornasole. Nel caso in cui il terreno sia basico, è possibile acidificarlo utilizzando metodi come l’uso di gesso, un mix di torba nera, torba acida di sfagno, argilla e concime, pacciamatura specifica per piante acidofile o fondi di caffè come metodo di compostaggio naturale. Le piante acidofile vanno annaffiate con acqua demineralizzata o acqua piovana per evitare l’uso di acqua calcarea.