Tredicesima 2023, quando viene pagata, a quanto ammonta?

E’ probabilmente il periodo dell’anno più atteso e probabilmente più soggetto a critiche da una larga parte della cittadinanza italiana, in quanto giunge ovviamente in corrispondenza di tempistiche precise, ma la tredicesima resta una vera e propria “boccata d’ossigeno” per tantissimi contesti lavorativi e pensionistici, confermata ovviamente anche per il 2023, ma quando viene pagata ed a quanto ammonta?

tredicesima 2023

Presente in Italia ma anche in molti altri stati del mondo come mensilità retributiva aggiuntiva, generalmente legata ad una forma di “gratifica” da parte dello stato attraverso i datori di lavoro (nel caso dei lavoratori), serve a favorire i consumi durante il periodo di fine anno, contraddistinto dalle feste natalizie. Non è una trovata esclusiva del nostro paese ma esiste qualcosa di simile in molti stati dalla struttura economica simile.

L’importo non è mai uguale per tutti, ma viene in ogni caso concepita in modo strutturalmente semplice, ossia il calcolo per valutarae la somma della tredicesima moltiplicando la retribuzione lorda mensile per il numero dei mesi lavorati e dividendo il risultato per 12. Le tempistiche sono molto variabili a seconda del datore di lavoro che si occupa della gestione del pagamento della mensilità aggiuntiva che in ogni caso deve essere corrisposta entro il 25 dicembre. Per i pensionati invece la data è fissa, è corrisponde ad un giorno specifico, il 1° dicembre, assieme alla pensione di dicembre, sempre rispettando le tempistiche di priorità legate all’iniziale del cognome.

Figure come gli insegnanti inizieranno a percepirla dal 14 dicembre mentre il personale amministrativo i pagamenti saranno erogati dai giorni immediatamente successivo. I lavoratori ad orario come ad esempio sulla base della retribuzione oraria corrisposta.

La tredicesima sarà erogata in generale per poco più di 35 milioni di italiani adulti, per circa 40 miliardi di euro.

Ci saranno aumenti per la tredicesima in questo 2023? In realtà no, come evidenziato dall’ultimo decreto legge che anticipa la legge di bilancio tra le altre cose, anche se lo stesso testo evidenzia una forma di esonero dei contributi che passa dal 2% e del 3% è stato aumentato di quattro punti percentuali, ma solo per la seconda parte dell’anno, quindi si calcola solo a partire dagli importi calcolati da luglio fino a dicembre. Gli aumenti legati al taglio del cuneo fiscale, confermati dallo scorso anno ed anche nel 2023 non riguardano la tredicesima che non presenterà un aumento di questo tipo, probabilmente la “palla” passerà alla gestione del prossimo anno.