Maria Chiara Giannetta: Racconta il suo colpo di fulmine con Davide Marengo

Maria Chiara Giannetta, con il suo sorriso radiante, dissipa ogni nuvola nel cielo romano. Quando lei compare, il sole risplende. È lei a incarnare uno dei personaggi televisivi più riusciti, la detective non vedente Blanca, dotata di straordinari talenti e profonda umanità. Per l’attrice pugliese, è giunto il momento di una nuova sfida: la commedia natalizia “Santocielo” con Ficarra e Picone, attualmente in proiezione al cinema.

Dopo aver interpretato la capitana dei carabinieri in “Don Matteo”, la madre in coma in “Buongiorno, mamma!” e, ovviamente, l’indimenticabile Blanca, ecco un nuovo ruolo fuori dall’ordinario per Maria Chiara Giannetta: una suora. “Suor Luisa è nel pieno dell’entusiasmo di novizia, s’innamora di un uomo dai capelli biondi amante del canto (Picone), ignara che sia un angelo imbranato inviato sulla Terra per ispirare il concepimento del nuovo messia, finendo però per ingravidare un uomo (Ficarra). Un mix di comicità e riflessione. Il pregiudizio sulle famiglie non convenzionali è il tema che mi ha spinto ad accettare questa parte nel film.”

Maria Chiara Giannetta: Racconta il suo colpo di fulmine con Davide Marengo

La mia relazione con il Divino? “Sono atea da oltre dieci anni. Ho seguito il percorso religioso tradizionale con i sacramenti, il catechismo e persino l’Azione Cattolica ragazzi. Poi ho preso una strada diversa. Sentivo un buio interiore, oppressa dal senso di colpa senza comprenderne la causa. Ho iniziato a esplorare forme di spiritualità diverse, soprattutto orientali. Non sento l’esigenza di abbracciare tutte le regole di una sola religione. Non professare è la mia scelta, ma trarre insegnamenti utili dalla vita, come lo yoga, fa parte del mio percorso.”

Il motivo del distacco dalla Chiesa? “La sete di conoscenza. Ho iniziato a studiare, a esplorare nuove possibilità. Sono appassionata della psicoterapia, una ‘religione’ che ho abbracciato con entusiasmo perché mi fa bene. Da due anni e mezzo, sto intraprendendo un percorso di autoconoscenza per essere più aperta al mondo. Consiglio a tutti di provarlo.”

Sull’idea che preferisca la commedia: “Non sono io a preferire quel genere, sono gli altri che lo vedono in me. Il dialogo scioglilingua che ho presentato a Zelig con Maurizio Lastrico è stato divertente e più impegnativo di quello proposto a Sanremo. Tuttavia, non mi soddisfa quanto un testo classico o contemporaneo a teatro. Quindi sì alla commedia, ma non come spettacolo comico o di cabaret. Piuttosto, penso a opere come ‘Molto rumore per nulla’ o ‘La bisbetica domata’.”