Di Maio torna a invocare la revoca della concessione di Atlantia

Sono passati 17 mesi, eppure il ministro Di Maio non ha smesso di invocare la revoca della concessione per Autostrade per l’Italia, società controllata dal gruppo Atlantia, continuando nel suo intento, nonostante la stessa società (previo accordo con il Mit) abbia deciso di autosospendersi l’aumento delle tariffe 2019 in attesa di trovare un accordo con il governo.

Il leader del Movimento 5 Stelle ha ribadito su Facebook che nel 2020, una delle priorità da inserire nella nuova agenda di governo sarà quella della revoca delle concessioni ad Autostrade, con l’affidamento ad Anas e il conseguente abbassamento dei pedaggi autostradali, ribadendo che il costo della revoca che ammonterebbe a circa 23 miliardi, non è nient’altro che una banale sciocchezza alimentata dai giornali e media per screditare il Movimento 5 Stelle.

Nonostante la guerra sia tutta italiana, in passato la Ue era intervenuta a favore di Atlantia: inizialmente ai tempi dell’allora ministro Di Pietro, quando aveva chiesto e ottenuto che le concessioni non fossero rivestite “unilateralmente dalle parti” favorendo gli investitori delle concessionarie, e la seconda nel 2018 quando aveva giudicato “equilibrati” a differenza di altri Paesi Ue il sistema delle tariffe e delle concessioni italiane.

Il nodo della modifica della concessione previsto da una norma inserita nel decreto Milleproroghe, approvato escluse intese, deve essere ancora risolto,facendo registrare in Borsa  un rialzo del mercato segno che i concessionari e lo stato troveranno un compromesso.