Canone Rai, ecco quanto pagheremo: “è diventato un lusso”

Mai amato, il Canone Rai rappresenta anche per questo motivo una forma di pagamento obbligatorio per chiunque sia in possesso di un apparecchio televisivo che ha più volte “mutato” la propria forma, pur mantenendo il concetto di base, che è quello che appare più “sgradito” dalla maggior parte della popolazione. Quali sono le novità legate al Canone Rai, che in realtà fa riferimento ad un termine più corretto di tassa televisiva, nel prossimo futuro?

Tassa della televisione

Il concetto di tassa televisiva è applicato nella quasi totalità dei paesi che fa largo uso di TV, anche se non tutti utilizzano lo stesso approccio: in altre nazioni europee in Canone televisivo è infatti accorpato ad altre tasse, mentre in altre non “pesa” direttamente sui cittadini ma viene “detratto” direttamente dallo stato. Anche nel nostro paese il Canone Rai di oggi non è lo stesso di qualche decennio fa, in quanto oggi costituisce una vera e propria tassa obbligatoria per chiunque possieda, anche senza utilizzarlo, un qualsiasi apparecchio TV. L’ultima”versione” del Canone Rai, quella attuale, prevede una rateizzazione dei 90 euro annui in 10 rate da 9 euro l’una (oppure 5 rate bimestrali da 18 euro, per chi riceve la bolletta ogni due mesi), il tutto associato alla bolletta dell’energia elettrica. Questa formato, decisamente impopolare, ha permesso un importante aumento delle entrate per le casse dello stato, che a sua volta “preleva” una percentuale, dalla somma destinata al servizio pubblico.

Canone Rai, ecco quanto pagheremo: “è diventato un lusso”

A partire dal 2023 il Canone Rai ritornerà ad essere scorporato ma non si hanno ancora informazioni certe in merito alla formula, se ritornerà quella tradizionale con il classico bollettino, oppure se sarà ad esempio possibile inserirlo nel 730 durante la dichiarazione dei redditi. Poche conferme anche dal punto di vista dei possibili aumenti: gli attuali 90 euro secondo molti potrebbero subire rincari anche fino a raddoppiare, a causa di una tendenza ad “evadere” questa imposta che non viene percepita ancora come tale.

Novità ufficiali sono attese entro l’ultimo trimestre dell’anno.

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