Chi ha pagato queste bollette ha fatto un grosso errore: ecco quali

L’importanza delle fatture legate alle forniture di energia elettrica è fondamentale per il “normale” svolgimento delle cose: da oramai molti anni abbiamo ben presente l’importanza nel pagare “per tempo” i corrispettivi in denaro di quanto speso. Le bollette insomma non piacciono a nessuno ma rappresentano qualcosa di indispensabile, e non a caso desta molto preoccupazione la situazione attuale, a causa di problematiche relative sia alla guerra in Ucraina ma anche in generale alla necessità di adattarsi alla minor disponibilità dei combustibili fossili che tra l’altro sono anche quelli più inquinanti. Tuttavia anche le bollette presentano specifiche condizioni e non sempre vanno percepite come qualcosa di inconfutabile.

Chi ha pagato queste bollette ha fatto un grosso errore: ecco quali

Se infatti non le paghiamo “in tempo”, gli effetti non tardano a manifestarsi: c’è il “distacco” della fornitura temporaneo, alla quale segue una procedura che porta il cliente a dover pagare una somma aggiuntiva in caso di ritardo e tutta una serie di condizioni sviluppate per “disincentivare” il mancato pagamento. Se la quasi totalità paga le bollette “in tempo”, esiste una particolare condizione che non rende “necessario” estinguere il proprio “debito” con il fornitore.

Se le fatture hanno superato i termini di prescrizione e sono state pagate beh…abbiamo sostanzialmente sprecato i soldi. Infatti la prescrizione costituisce una sorta di “limite temporale”, o una “scadenza” che fa perdere ai fornitori di energia e servizi il diritto legale di chiedere il pagamento delle vecchie fatture.  La prescrizione, che vale sia per le singole fatture che per i conguagli,  è variabile a seconda del tipo di fornitura ma anche dal momento in cui sono state emesse.

Quelle della luce ad esempio hanno una “scadenza” di 5 anni se emesse fino al 2 marzo 2018, per quelle successive si applica una prescrizione di 2 anni.

Le bollette del gas hanno la prescrizione di 5 anni fino al 1° gennaio 2019, successivamente il limite è di 2 anni.

Quelle dell’acqua emesse fino al 1° gennaio 2020 hanno una prescrizione di 5 anni, anche in questo caso i limite è ridotto a 2 per quelle successive.

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