Come scegliere la pasta al supermercato: ecco la guida definitiva

Stando alle ultime notizie di salute, soprattutto quella a livello alimentare, molte volte si sottovaluta la scelta della pasta al supermercato. Difatti quasi sempre la decisione su quale marca di pasta comprare è scandita da preferenze personali, slegate da criteri oggettivi.

Se però si vuole essere effettivamente sicuri di comprare una pasta che possa essere ritenuta realmente “buona”, dobbiamo tener conto di diversi parametri, che funzionano da indicatori della sua qualità. Oltre al prezzo, che non è sempre una garanzia che un determinato tipo di pasta sia migliore di un altro, è fondamentale fare attenzione alla materia prima impiegata e ai suoi processi di lavorazione.

Oggi andremo a vedere insieme nel dettaglio quali sono gli elementi necessari affinché una pasta possa essere ritenuta di ottima qualità. 

Come scegliere la pasta al supermercato: ecco la guida definitiva

Nel momento in cui si parla di cibo, per poter conseguire un prodotto finale di alta qualità è necessario partire da una ottima materia prima. Per legge, la pasta secca viene creata con la semola ricavata dalla macinazione del grano duro, mentre per quella fresca si impiega la farina di grano tenero. In Italia vengono prodotte tante ed eccellenti varietà di grano, che sebbene ciò non sono in grado di ricoprire il fabbisogno nazionale, di conseguenza il 30-35% di questo alimento viene preso dall’estero.

L’origine italiana non è obbligatoriamente indice di una migliore qualità della semola; piuttosto, la provenienza nazionale assicura una maggiore tracciabilità del prodotto e controbatte all’intento di voler sorreggere la nostra agricoltura, e in tale senso raffigura senz’altro una buona scelta. Aldilà della provenienza, che in fondo non è un fattore così decisivo, ciò che è fondamentale è che il grano sia di alta qualità, e per essere tale deve avere un elevato contenuto di proteine che si trova ipoteticamente, tra il 12,50% e il 15%, su ogni 100 gr di prodotto.

La presenza di tali elementi essenziali, difatti, assicura la conservazione dei principi nutrizionali della pasta, ma anche una più grande tenuta di quest’ultima in cottura.Un formato di pasta trafilato al bronzo, all’opposto, è in genere sinonimo di una pasta di qualità e appunto per questo è preferibile, siccome il prodotto finale conserverà meglio il condimento e avrà maggiore tenuta in cottura.

Infine quando si opta per la tipologia di pasta che viene fatta essiccare a temperature troppo elevate (al di sopra dei 115 gradi) qui vedremo sì ridotti i tempi e i costi di produzione, ma il prodotto finale perde tante delle sue proprietà nutrizionali, tra cui minerali e vitamine, e organolettiche.