POS, mai vista una cosa del genere: cosa sta succedendo?

Esistono polemiche che raramente si “arrestano” in breve tempo nel nostro paese, e che sono inevitabilmente figlie di vari fattori. Trattandosi di un popolo, quello italiano, decisamente “polemico” ma non sempre così pronto ad approfondire le questioni, alcune tematiche si ripetono. Un esempio è costituito dal Canone Rai, oppure ancora più recentemente è ritornata in auge la polemica relativa all’obbligo di POS, ossia il terminale di pagamento indispensabile per effettuare transazioni elettroniche.

POS, mai vista una cosa del genere: cosa sta succedendo?

Il POS infatti rappresenta una strumentazione che per quasi tutti è diventata “indispensabile”, sopratutto per gli esercenti ed i professionisti autonomi che offrono qualsiasi forma di servizio che richiede un pagamento. Il governo Draghi da tempo ha rafforzato le misure anti riciclaggio di denaro e anti evasione fiscale, ed è per questo motivo che l’obbligatorietà effettiva di questi strumenti è stata ufficialmente anticipata di 6 mesi, essendo prevista originariamente per il prossimo 1° gennaio 2023.

A ben vedere l’obbligatorietà “vera” era già in vigore da oltre 8 anni, essendo stata concepita nel 2014 ma di fatto non erano ancora state messe a punto le sanzioni, che di fatto hanno dato solo a partire dallo scorso 30 giugno l’impressione di una vera e propria obbligatorietà. L’esecutivo Draghi ha dapprima sviluppato forme di agevolazioni ed “esenzioni” per gli esercenti così da permettere di “mettersi in regola” senza particolari esborsi, prima di sviluppare le sanzioni che scattano per qualunque esercente/professionista sprovvisto di POS funzionante: l’idea è di scoraggiare l’uso “forzato” dei contanti, magari additando come “scusa” problemi tecnici legati al terminale. Si tratta di una metodologia molto diffusa sopratutto per le piccole somme, che però porta spesso all’evasione fiscale.

Le multe sono due, una fissa dal valore di 30 euro per singola transazione rifiutata per mancato utilizzo del POS/assenza dello stesso e la seconda che risulta essere pari al 4 % dell’importo rifiutato. Le sanzioni non sono applicate se il professionista può dimostrare una reale mancata comunicazione della rete legata al POS.

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