Se trovi questo gettone telefonico sei ricco sfondato: ecco quale

Gli smartphone sono oramai diffusi in maniera che definire capillare risulta essere riduttivo, in quanto questi oggetti hanno accorpato le funzioni primare di un telefono a quelle di un dispositivo multimediale a tutti gli effetti che formalmente permette la fruizione di numerosi contenuti. Risulta quasi superfluo e sfuggente ricordarsi che fino a non così tanti anni fa effettuare telefonate in modo autonomo ed “indipendente” rappresentava quasi la fantascienza: la telefonia mobile ha iniziato a diffondersi realmente a partire dagli anni 90, mentre in precedenza risultava obbligatorio affidarsi al gettone telefonico ed alle schede telefoniche da utilizzare come “contante” nei telefoni pubblici.

Se trovi questo gettone telefonico sei ricco sfondato: ecco quale

Il gettone telefonico è stato concepito agli inizi del secolo scorso proprio per adibire una funzione precisa: prendere il posto delle monete nell’abilitare le telefonate dei telefoni pubblici, altra invenzione che ha permesso di mettersi in contatto telefonicamente (la prima cabina telefonica italiana è stata installata a Milano nel 1952). L’epopea del gettone è nata molto prima, addirittura nel 1927, seppur inizialmente a scopo “dimostrativo”, nella Fiera Campionaria di Milano dove questi oggetti, fabbricati dalla Stipel permettevano di far funzionare i telefoni pubblici situati all’interno della fiera. Nei primi decenni ogni zona del paese era “compatibile” con un particolare tipo di gettoni, che risultavano essere quindi diversi da zona a zona, mentre a partire dal dopoguerra lo standard del gettone fu unificato nella forma più conosciuta, ossia quella con le scanalature e le 4 cifre.

Un po’ come le monete, i gettoni telefonici più rari sono anche quelli più ambiti e “costosi”: un esempio pratico è costituito dal gettone datato 1934 coniato dall’azienda telefonica SET di Napoli, che presenta la medesima “foggia” su ambo i lati.

Esistono comunque due versioni, la prima con la sigla completamente puntata, ossia con i punti presenti alla fine di ogni lettera, che vale fino a 100 euro, mentre se il punto è assente alla fine dell’ultima “T” il valore  raddoppia.

 gettone telefonico