Vaccino contro il vaiolo delle scimmie: ecco cosa sappiamo

Ormai è allarme vaiolo delle scimmie, questa malattia, arrivata anche in Italia, sta mettendo in ginocchio quasi tutto il mondo. Scopriamo cosa succede.

Sono cinque i decessi per ora: prima in Spagna, poi Perù, San Francisco e Portogallo. Intanto scatta l’emergenza anche in Usa e in Francia e Germania si temono tantissimi contagi.

Bassetti afferma “tutte le fasce sono a rischio, bisogna spingere col vaccino”. La situazione ormai spaventa tutti e neanche l’idea di dover fare un nuovo vaccino rende sereni.

Sintomi del vaiolo delle scimmie

Stando alla situazione attuale, gli scienziati hanno potuto notare come si trasmette questo nuovo virus. Vogliamo mettervi in guardia e farvi sapere come stare attenti: il contagio avviene con un contatto diretto con una persona infetta,  come per il covid, attraverso:

  • la cute e le mucose (p. es. occhi, naso, bocca, organi genitali);
  • vescicole e lesioni cutanee (secreto o sangue infetto);
  • secrezioni delle vie respiratorie o grandi goccioline respiratorie;
  • oggetti contaminati di recente (trasmissione indiretta: p. es. lenzuola, asciugamani, indumenti, articoli per l’igiene, maniglie delle porte).

Attualmente non è certo che il vaiolo delle scimmie possa diffondersi anche tramite lo sperma o il secreto vaginale.

Per quanto riguarda i sintomi, possono essere lievi e talvolta anche più gravi. Tra le persone ricoverate sono state riscontrate anche delle encefaliti che hanno intaccato il sistema nervoso centrale, tuttavia ecco i sintomi:

  • febbre alta
  • spossatezza e dolori muscolari
  • linfonodi ingrossati
  • eruzione cutanea
  • infiammazione genitale o anale

Tuttavia i sintomi si manifestano in modo variabile da persona a persona.

Il vaccino contro il vaiolo delle scimmie: ecco le novità

Sono arrivati a 505 i casi di vaiolo delle scimmie in Italia. L’infezione continua a svilupparsi e la situazione si aggrava. In specifici contesti si richiedono misure di quarantena e isolamento.

I contatti stretti devono essere identificati il prima di propagare ancora di più il virus e bisogna contattare il medico di base per capire come agire. I contatti asintomatici che controllano adeguatamente e regolarmente il loro stato possono continuare le attività quotidiane di routine come andare al lavoro e frequentare la scuola.

Allo stesso tempo  è indicato di evitare di donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono in regime di sorveglianza. L’auto-monitoraggio prevede il controllo della febbre (almeno due volte al giorno) o di altri sintomi come il mal di testa, mal di schiena, linfoadenopatia, o eruzione cutanea da causa sconosciuta nei 21 giorni dall’ultima esposizione e bisogna astenersi da rapporti sessuali.

In particolare evitare il contatto con

  • persone immunocompromesse
  • bambini sotto i 12 anni
  • donne in gravidanza per 21 giorni dopo l’ultima esposizione
  • evitare il contatto stretto diretto con animali domestici

Per ora ciò che si sa sul vaccino, deriva dallo Spallanzani; prevede una prima dose e un richiamo da somministrare dopo un intervallo di 2-3 mesi. La Regione Lazio è pronta a partire e il Ministero della Salute potrebbe dichiarare lo Stato di allerta a breve.